LAVORO: DAMIANO, GOVERNO NON TOGLIE MA DA? È #FALSO

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“Che sia finito, con il Governo gialloverde, il tempo nel quale ‘i cittadini e i lavoratori si sono visti togliere e non dare’, è perlomeno discutibile. Questa dichiarazione dei parlamentari 5 Stelle fa a pugni con la realtà”. Lo dichiara Cesare Damiano, dirigente del Partito Democratico, a proposito delle dichiarazioni dei senatori di M5S in merito ai dati sul lavoro diffusi oggi dall’#Inps.

“Infatti, i pensionati – continua – che ricevono un assegno lordo mensile superiore ai 1.500 euro lordi, circa 1.200 euro netti, subiscono dal primo gennaio di quest’anno un ulteriore ‘rosicchiamento’ degli aumenti che derivano dall’adeguamento delle pensioni al costo della vita. Una decurtazione proporzionale all’importo della pensione che il Premier Conte ha definito ‘ritocchi impercettibili, non se ne accorgerebbe neanche l’Avaro di Moliėre’.

Peccato che questi ‘ritocchi’ valgano, nel triennio, circa 3,6 miliardi di euro e servano per pagare, in parte, Quota 100 e Reddito di cittadinanza. Una mano dà, l’altra toglie. Il taglio è stato fatto ignorando l’accordo del 2016 tra il Governo Renzi e Cgil, Cisl e Uil che ripristinava, a partire dal primo gennaio di quest’anno, il calcolo della indicizzazione delle pensioni secondo il metodo più favorevole degli ‘scaglioni di importo'”. “Accordo cancellato e, ancora una volta, pensioni che servono da bancomat. In questo caso il tanto evocato ‘cambiamento’ non si vede, neanche con il binocolo”, conclude.