Lavoro, Pd a Di Maio: “Solo un arretramento, altro che tutele per i riders”

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“Buongiorno, principino. Di Maio si è accorto ora dell’urgenza di intervenire sui riders e ci comunica via Facebook che questi lavoratori meritano tutele. Per la verità, meritavano anzitutto di essere ascoltati. E invece dopo il primo incontro di propaganda, oltre un anno fa, il vice Premier s’è preso paura per l’addio di Foodora e ha giocato a nascondersi”.

Lo scrive su Facebook Giuseppe Provenzano, responsabile Lavoro del PD.

“Aveva annunciato norme nel decreto dignità, e niente – aggiunge – Poi nel Reddito di cittadinanza, e nulla. Infine, nel ddl sul salario minimo, che dopo il diktat Salvini ha preferito accantonare. Ora annuncia un decreto ad hoc, con norme deludenti e controproducenti, frutto dell’ennesimo compromesso al ribasso con la Lega, che come sempre ricade sui lavoratori”.

“Manca la paga oraria e non c’è l’aggancio ai contratti nazionali. Non c’è il divieto di cottimo e anzi si legittima. Mancano i contributi e si produce un danno futuro a questi lavoratori, spesso giovani.

Di Maio, di fatto istituzionalizza il modello di business di quelle piattaforme che sfruttano il lavoro, per le quali non sono nemmeno previste sanzioni – dice l’esponente Dem – Altro che tutele per i riders, si tratta di un arretramento rispetto alle pronunce più avanzate della giurisprudenza e al lavoro fatto dalle amministrazioni locali e regionali, del Pd e del centrosinistra, a partire dalla Carta di Bologna, dalla legge regionale del Lazio, dalle nostre proposte di legge e da quelle di iniziativa regionale di Piemonte, Umbria ed Emilia Romagna .Sui diritti per i lavoratori delle piattaforme digitali noi ci siamo da tempo.

Da prima di te, caro Di Maio. Hai paura di Salvini, non vuoi ascoltare noi? Ascolta i lavoratori, per una volta”.