“Le Banche sostengono e sosterranno gli investimenti per lo sviluppo”

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Patuelli (ABI) a Draghi: “Le Banche sostengono e sosterranno gli investimenti per lo sviluppo”

Il Presidente dell’Associazione bancaria italiana al nuovo Premier: “Le misure di sostegno anti-covid accompagnino anche la fase successiva alla pandemia, per dare alle Imprese la possibilità di ripartire con la necessaria gradualità”

Le considerazioni del vertice dell’Associazione degli Istituti di credito, sulle quali converge il Prof. Beppe Ghisolfi, storico amico e collaboratore di Patuelli, confermano i naturali collegamenti fra economia finanziaria ed economia produttiva

La proposta di Tonoli, Confedes: “Subito 100 miliardi al Fondo di garanzia alle PMI, per sbloccare 1000 miliardi di prestiti con un pre ammortamento per i primi 2 anni, il tempo decisivo per riprendersi con il patrocinio dello Stato“”

Le banche “sono molto preoccupate per i rischi legati alla pandemia che possono toccare le imprese in difficoltà e conseguentemente toccare le banche stesse”.

E’ quanto ha dichiarato il presidente dell’Associazione bancaria italiana ABI, Antonio Patuelli, nei colloqui con il nuovo Capo del Governo Mario Draghi.

In quanto alle misure vigenti a sostegno dell’economia, come le moratorie sui prestiti, “abbiamo chiesto che non vengano interrotte anzitempo, che abbiano una durata più lunga della pandemia e che vengano ridotte gradualmente, senza immediatezza, senza integralismi né automatismi”. “Occorrerà dare tempo alle imprese – ha aggiunto Patuelli – in una situazione di ritrovata normalità, per riprendere a lavorare in maniera ordinaria e avere tempo di ripagare con gradualità, senza strattonamenti, i debiti che hanno contratto negli anni della pandemia e quelli per cui hanno chiesto una moratoria. Draghi è molto consapevole della situazione e dei rischi connessi ai crediti deteriorati”.

“Le banche – ha tenuto ancora a ribadire il vertice di ABI e del Gruppo bancario Cassa di Ravenna – sostengono e sosterranno gli investimenti per le modernizzazioni e lo sviluppo. Sono impegnate per il sostegno alla resistenza e alla ripresa: ci preoccupano i rischi riguardanti insieme le imprese e le banche”.

All’incontro consultivo con Draghi, insieme a Patuelli, hanno partecipato il Direttore generale di ABI, Giovanni Sabatini, e il Vicedirettore Gianfranco Torriero.

Sulle riflessioni e le proposte del Vertice dell’Associazione bancaria italiana al nuovo Capo del Governo, converge anche pienamente il Banchiere e scrittore Beppe Ghisolfi, che di Patuelli è storico amico e collaboratore e del quale ha sempre evidenziato l’impegno, formalizzato in concreto da ABI, per tradurre e rendere accessibili, a Banche e Imprese, gli strumenti di agevolazione introdotti da normative importanti ma non sempre semplici.

Ai vertici presidenziali e direttivi di ABI sono indirizzati i ringraziamenti espressi dalla Confederazione datoriale e sindacale CONFEDES, nella persona del Presidente Ivano Tonoli: “Gli Istituti di credito, anche a fronte di norme e di regole spesso penalizzanti di derivazione nazionale ed europea, hanno condotto un lavoro altamente meritorio ed egregio di coprotagonisti della politica economica al fine di fronteggiare e arginare le devastanti conseguenze della pandemia sotto il profilo dello shock abbattutosi in così poco tempo su centinaia di migliaia di Aziende in special modo micro e medio-piccole. Ringraziamo per questo il Presidente Dottor Patuelli, e al nuovo Premier Professor Draghi rinnoviamo volentieri la proposta, elaborata dalla Confedes, di dedicare con effetto immediato 100 miliardi di euro al Fondo di garanzia statale per le imprese PMI – presso il Medio Credito Centrale – e altrettanti al Fondo di patrimonializzazione e internazionalizzazione gestito da SACE. Ne deriverebbe, per ciascuna delle due proposte, uno straordinario effetto moltiplicatore con finanziamenti complessivi alle Aziende del Paese fino a 2000 miliardi, con un preammortamento per i primi due anni e un pieno sostegno garantistico dello Stato nei confronti del settore creditizio”.

“Se gli scostamenti di bilancio da parte del governo Conte 2 – prosegue il dirigente delle PMI – fossero stati utilizzati non per disperdere micro-aiuti in molti casi neppure arrivati a destinazione per le imprese e per i lavoratori, ma fossero andati a rinforzare strumenti già ben collaudati e funzionanti, come i due esempi da noi citati, certamente non avremmo dovuto registrare la fine di centinaia di migliaia di attività economiche, in ognuna delle quali sono racchiusi patrimoni e risparmi della vita di generazioni di intere famiglie. I governi populisti, che sono formati da persone poco inclini al lavoro, non sono ovviamente in grado di comprendere simili meccanismi”.