Le mani della #criminalità #organizzata sul Veneto

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«Basta detenuti mafiosi nella nostra regione e via a un numero verde per supportare le vittime delle minacce»

Venezia  – «Le pagine di cronaca raccontano sempre più spesso di infiltrazioni mafiose nel nostro territorio: imprenditori minacciati, gare di appalto truccate, addirittura elezioni amministrative falsate dall’interesse della criminalità organizzata. Una situazione resa ancora più pericolosa dalla presenza nella nostra regione di un gran numero di detenuti che, condannati per associazione mafiosa, scontano in Veneto la loro pena detentiva. È stato proprio con l’arrivo dei primi condannati per mafia negli anni Cinquanta che si sono iniziati a ricreare in Veneto alcuni gruppi criminali familiari paralleli a quelli già esistenti nelle terre meridionali d’origine. Le potenzialità economico-imprenditoriali del Veneto rappresentano un’opportunità troppo ghiotta per la criminalità mafiosa che, così, sempre di più cerca di insediarsi nel nostro territorio. Ecco perché dovrebbero essere prese alcune fondamentali precauzioni: fare in modo che i detenuti scontino le pene nel territorio di provenienza, sottoscrivere un protocollo d’intesa con le diverse istituzioni e forze politiche per promuovere attività di intelligence e, infine, istituire un numero verde, attivo in tutta la regione ogni giorno, per supportare e aiutare le vittime di minacce mafiose». Sono queste le richieste rivolte alla Giunta regionale del Veneto dal capogruppo della Lega in Consiglio regionale Nicola Finco che ha depositato una mozione, «Criminalità organizzata: mai più detenuti mafiosi in Veneto».
«L’ultima relazione semestrale della Dia, la Direzione investigativa antimafia – continua Finco – precisa come la presenza della criminalità organizzata in Veneto sia ormai endemica. E la situazione rischia di peggiorare permettendo l’arrivo di centinaia di altri condannati e delle loro famiglie. Già oggi veniamo a conoscenza di casi di famiglie e imprenditori veneti minacciati da mafiosi, italiani o stranieri. E solo grazie al coraggio di alcuni di loro che scelgono di affrontare il pericolo piuttosto di non cedere all’illegalità, gli investigatori possono portare avanti le loro delicate inchieste. Non possiamo lasciare soli questi coraggiosi: dobbiamo restar loro vicini, anche con l’istituzione di un numero verde, una linea telefonica sempre attiva che li faccia sentire meno soli e isolati e che permetta un primo e tempestivo supporto, anche psicologico, in caso di pericolo».