Le microtasse giallofucsia per fare cassa: Sugar, Plastic e Web Tax. Nome inglese, soldi italiani

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Roma  – Il governo giallofucsia ha in mente un’infinità di nuove tasse, microtasse e balzelli vari per fare cassa. E nella migliore tradizione del recente centrosinistra, i nomi sono tutti inglesi, come a dar loro maggiore autorevolezza e credibilità. Anche se tutti sappiamo come è andata a finire con il Jobs Act, per fare un esempio di misura dal nome esterofilo. E sebbene quel Matteo Renzi tanto amante dei titoli inglesi (un po’ meno fluente nell’esposizione orale) dopo aver dato un notevole contributo a questa deriva oggi vorrebbe bloccarle, le mille tasse dal nome inglese sono belle e pronte. E, manco a dirlo, graveranno sulle tasche dei cittadini. Sugar Tax, Plastic Tax e Web tax: i nomi non ingannano gli italiani, e infatti sette su dieci sono convinti che una stretta fiscale di questo tipo graverà sul budget dei consumatori finali (che poi sono i contribuenti).
L’indagine di Euromedia Research

Dopo “l’assalto alla diligenza” – come è consueto definire la ressa per gli emendamenti alla legge di Bilancio – che sta per concludersi (lunedì 18 novembre scadrà in Commissione Bilancio del Senato il termine per la presentazione), la discussione sulla manovra sta per entrare nel vivo. Ma alcuni punti fermi già ci sono: le tasse, per l’appunto. Ebbene, un’indagine di Euromedia Research condotta sulla base di mille interviste sulle tre principali microtasse inserite nel disegno di legge di Bilancio, testa il “sentiment” – come si suol dire oggi – delle persone su questi nuovi balzelli. Per fare qualche esempio, dal report viene fuori innanzitutto che gli italiani sanno di cosa si tratta, quando si parla di SugarTax, Plastic Tax e Web Tax. Anche perché della Plastic Tax se ne parla molto, in vista del voto in Emilia Romagna dove si è scoperto esiste un distretto che produce il 62% di tutti gli imballaggi in plastica nazionali. E’ quindi argomento elettorale (ovviamente in favore del destra-centro, che può puntare il dito contro i giallofucsia).
Il 46,1% è convinto che le microtasse incideranno sul budget familiare

I mille soggetti intervistati su queste microtasse sono convinti che a farne le spese saranno loro. La stima dell’impatto sul budget familiare spacca il campione in due tra il 46,1% che crede che l’incidenza sarà molto o abbastanza importante e il 46,7% che ritiene che potrà essere poco o per nulla influente. In ogni caso, questi nuovi balzelli sono ritenuti invasivi da parte dello Stato nella vita di ciascuno dal 34% del campione. Il 31,3% del campione crede che non ci saranno variazioni nelle proprie abitudini quotidiane, tuttavia li giudica (a buon diritto) come un ennesimo escamotage per fare cassa.

Insomma, mentre Renzi presenta “Shock!” (è il nome – tanto per cambiare – della sua contromanovra di fantaeconomia con cui abbassa le tasse e trova pure più soldi del Conte bis) gli italiani si preparano alla prossima mazzata, tutta italiana, al di là dei nomi.

Adolfo Spezzaferro