Le orche all’Elba: più comuni di quanto si creda?

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Dopo gli ultimi avvistamenti spunta una foto di un anno fa

La presenza di un’intera famiglie di orche (Orcinus orca) provenienti dall’Islanda al largo delle coste liguri – funestata purtroppo dalla morte di un cucciolo, è certamente qualcosa di eccezionale, così come è eccezionale il loro viaggio verso lo stesso di Messina che ha costeggiato, come mostrano le immagini pubblicate da Il Tirreno e su Facebook dal consigliere di minoranza di Portoferraio Luigi Lanera, l’Isola d’Elba e in particolare l’Enfola, di fronte alla ex tonnara oggi sede del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

Avvistamenti di singole orche – probabilmente giovani maschi in dispersione – sono stati segnalati negli anni passati – anche uno controverso recentemente – e un maschio di orca, distinguibile per la sua lunga pinna appuntita, orca è stato sicuramente avvistato negli anni ’80 nel Canale di Piombino da un team di subacquei guidato da Antonio Marino.

In questi giorni stanno circolando numerose foto di avvistamenti di cetacei nel mare intorno all’Isola d’Elba e tra queste ce n’è una, scattata nel gennaio del 2019 dal pescatore Edoardo Mazzantini a circa 500 metri dal porto di Marciana Marina – proprio di fronte al tratto di mare dove è passata la famiglia di orche pochi giorni fa – che sembrerebbe proprio mostrare la lunga pinna dorsale di un’orca.

Mettendo insieme tutte queste segnalazioni – probabilmente destinate a moltiplicarsi con la disponibilità degli smart-phone – si capisce che la presenza di orche nel Mediterraneo nord-occidentale è certamente sporadica come ma non così eccezionale e rarissima come si pensava finora.

La stessa guida Fao sulla pesca del 1987 segnalava diversi avvistamenti lungo tutta la costa mediterranea tra la Spagna, Francia e Liguria tra la costa nord della Toscana e la Sardegna – con al centro l’Arcipelago Toscano – e addirittura una cattura accidentale di un’orca in Sicilia.

Il nostro Santuario del Cetacei e il nostro Arcipelago hanno quindi spesso ospiti dei quali non bisogna aver nessuna paura: nonostante il loro terribile nome in inglese – killer whale, balena assassina – questi grandi, splendidi e intelligentissimi predatori non attaccano gli esseri umani e vivono in popolazioni con una complessa vita sociale e con culture differenziate – dominate da nonne matriarche in menopausa – che somiglia molto a quella umana, ma più pacifica.