LE STRATEGIE RIPRODUTTIVE FEMMINILI E MASCHILI

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evoluzione
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Da sempre ci chiediamo quanto i comportamenti umani derivino dalla biologia e quanto invece da processi culturali

Spesso oltretutto i due concetti vengono utilizzati in maniera strumentale da chi vorrebbe fondare sulla “natura” certe scelte personali per renderle assolute e inevitabili.
La verità probabilmente sta nel mezzo come spesso succede

Qui vogliamo darvi un punto di vista scientifico che tende ad interpretare l’organizzazione sociale e il rapporto tra sessi come derivante da necessità adattive della specie umana a determinate condizioni ambientali.
Secondo l’interessante libro “L’evoluzione al femminile. Il contributo delle femmine all’evoluzione dell’homo sapiens” (Pendragon, 2017) della ricercatrice e biologa Bruna Tadolini, infatti, le specie animali tendono a preferire la strategia riproduttiva femminile in un contesto di scarsità di risorse o insicurezza di approvvigionamento, mentre preferiscono quella maschile in caso di disponibilità costante di cibo.

Ma cosa si intende per strategia riproduttiva femminile o maschile?

Nello studio dei Mammiferi placentati si è osservato che il successo riproduttivo delle femmine viene ricercato con la qualità delle cure che assicurino la sopravvivenza ai pochi figli messi al mondo attraverso la collaborazione e l’inter-relazione con gli altri membri del gruppo.

Il successo riproduttivo maschile invece avviene tramite la moltiplicazione del numero di accoppiamenti, la competizione con gli altri maschi e mira a produrre il maggior numero di discendenti poi selezionati dall’ambiente.
Per questo motivo per milioni di anni i gruppi di ominidi e le società di caccia-raccolta avrebbero preferito la strategia collaborativa femminile. In queste comunità infatti il cibo andava consumato in tempi brevi ed era dunque preferibile donarlo e condividerlo rafforzando così ulteriormente i legami sociali tra i membri del gruppo.

Quando invece vennero introdotte le coltivazioni di cereali e legumi che resero possibile la conservazione degli alimenti a lungo termine e garantirono un apporto nutrizionale costante le cose andarono mutando verso forme societarie sempre più competitive e gerarchiche: in poche parole prevalse a poco a poco il modello riproduttivo maschile. In questa chiave di lettura anche la specializzazione lavorativa, la tecnologia, la disuguaglianza e gli eserciti permanenti sarebbero dirette conseguenze della scelta riproduttiva maschile.

Sicuramente la sociologia e l’antropologia preferiscono dare a questi fenomeni delle spiegazioni di tipo culturale. Ma crediamo che conoscere tutti i punti di vista possa portare elementi di conoscenza importanti e indispensabili a chiunque si interroghi sulle dinamiche di genere e voglia ragionare in maniera critica sulle varie possibilità di interazione.
Alessandra Pi