Le traduzioni dall’inglese

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Sono appassionato dei filmati del Tenente Colombo, conosco bene tanti episodi, ma ogni tanto ne appare qualcuno che non ricordo di aver visto. Qualche tempo fa è andato nuovamente in onda l’episodio “Prova a prendermi”, dove una famosa scrittrice di libri gialli, convinta che sua nipote sia morta non per incidente, ma uccisa dal marito, si vendica, chiudendolo in una stanza blindata della propria abitazione. Il malcapitato morirà, ma riesce a lasciare un messaggio che Colombo riuscirà a decifrare durante le indagini. Il pover’uomo ha pochi mezzi a disposizione, ma nella cassaforte c’è il nuovo romanzo della zia della moglie, e sulla copertina si legge “La notte che fui ucciso – di Abigail Mitchell”, e annerendo le prime parole con un fiammifero consumato, fa rimanere la scritta “Io fui ucciso – da Abigail Mitchell”.
Certo, in italiano non funziona, perché prima leggevamo “di” Abigail Mitchell, e ora leggiamo “da” Abigail Mitchell, ma in inglese in entrambe le versioni compare la preposizione “by”. In questo caso vediamo scritto il titolo con la correzione, e quindi si capisce il gioco di parole, ma non sempre funziona così.
Ad esempio, nel primo episodio di “Ritorno al futuro”, Marty si trova proiettato nel passato, e ordina una “Pepsi free”, bevanda che esiste nella sua vita reale, ma non esisteva nel 1955, e quindi il barista, interpretando “free” come “gratis”, gli risponde in brutta maniera che non si fa credito; ovviamente il gioco di parole non funziona altrettanto bene nella traduzione italiana.
Ma forse l’episodio più conosciuto di traduzione dall’inglese in italiano avviene in “Frankenstein Junior”, dove la frase “Where Wolvese?” cioè “dove sono i lupi?” viene capita come “Werewolves?” cioè “Licantropi?”; in italiano, non potendo costruire un gioco di parole simile, hanno creato la fortunata battuta “Lupululà – Castellululì”, che con il nonsense rende ancora più divertente la situazione.
Ma forse anche un titolo doveva venir cambiato per permettere un gioco di parole: parlo del romanzo di Oscar Wilde “The Importance of Being Ernest”, che in italiano invece che “L’importanza di chiamarsi Ernesto” avrebbe dovuto essere “L’importanza di essere Franco”: solo così infatti si mantiene il gioco di parole che definisce lo spirito del protagonista, per l’assonanza fra “Ernest” (Ernesto) e “earnest” (onesto), e così risultano ancora più divertenti tutte le bugie raccontate dal protagonista della commedia.
Va be’… piccole cose, se paragonate ad una scena di “Batman”, dove Joker urla a gran voce: “Aiuto! Mi strucco!”. Qui non c’era neppure un gioco di parole, e quindi si sarebbe potuto tradurre correttamente. Infatti nella versione inglese si sente il clown dire: “Help me: I’m melting”, che può significare “mi strucco”, ma anche “mi sto sciogliendo”, e questa sarebbe stata la traduzione corretta in questo caso!

Giorgio Dendi