Lega su caso Fiber: Conte riferisca in Parlamento

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La Lega ha formalmente chiesto al premier Conte di riferire in Parlamento sui suoi collegamenti con il fondo di Mincione e il conflitto di interessi rilevato nell’inchiesta del Financial Times

Durante la conferenza dei capigruppo tenuta a Palazzo Madama, la Lega ha formalmente richiesto al presidente del Consiglio di riferire in Parlamento riguardo all’inchiesta pubblicata dal Financial Times, che lo vede coinvolto in uno dei fondi collegati allo scandalo corruzione del Vaticano, relativamente al tentativo di scalata Retelit operato dalla società Fiber 4.0.

“Conte riferisca urgentemente in Aula in Senato sul caso Fiber per chiarire sul possibile conflitto di interessi tra l’incarico istituzionale che attualmente ricopre e la sua professione di avvocato così come hanno evidenziato alcuni organi di stampa italiani e stranieri”.

“Chiedo ufficialmente alla presidente Casellati – ha dichiarato il capogruppo leghista Massimiliano Romeo – che si faccia carico di portare avanti la nostra richiesta affinché, per rispetto del Parlamento e per le istituzioni, sia chiarita la posizione del presidente del Consiglio anche per tutelare l’affidabilità del nostro Paese a livello internazionale”.

Ieri il leader leghista Matteo Salvini, commentando la vicenda, aveva detto: “In democrazia conta il voto, non ci sono spallate. Se quello che scrive il Financial Times fosse solo parzialmente vero in qualsiasi Paese ci sarebbero le dimissioni tre minuti dopo”.
L’inchiesta del FT

Secondo il quotidiano britannico il premier Conte sarebbe coinvolto nello scandalo corruzione che ha colpito il Vaticano, in quanto sarebbe collegato a un fondo di investimento legato alla Santa Sede finito sotto inchiesta. Un mese prima di ricevere l’incarico era stato chiamato come consulente legale per la Fiber 4.0 in merito alla scalata Retelit. Fiber 4.0 è una società controllata da Athena Global Opportunities, un fondo facente capo al finanziere Raffaele Mincione. Il fondo avrebbe infatti ricevuto 200 milioni di euro dal Segretariato Vaticano, investiti in immobili di lusso a Londra. E’ quanto si afferma nell’articolo pubblicato dal Financial Times.

In un parere espresso il 14 maggio, Conte avrebbe indicato la clausola golden power, per permettere una corsia preferenziale al fondo italiano e bloccare la cessione della società ad azionisti stranieri.

Il consiglio dei ministri discusse la questione su Retelit esattamente un mese dopo, quando Conte era già insediato a Palazzo Chigi, e decise per l’applicazione del golden power su Retelit. Nonostante il decreto, la società controllata da Mincione non riuscì a scalare la società di telecomunicazioni. Ma il Financial Times ipotizza lo stesso un problema di conflitto di interessi.