L’enigmatico “Mondo Audrey”

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Audrey Hepburn raccontata dalla giornalista-attrice Margherita Lamesta Krebel

Audrey Hepburn, un mito sfuggevole e impenetrabile, tutto da leggere e respirare. Attraverso il fil rouge di quattro passaggi – innocenza, metamorfosi, moda e maturità – e in punta di piedi, Audrey Hepburn immagini di un’attrice (Tabula fati), scritto da Margherita Lamesta Krebel, testimonia l’avventura cinematografica della kafkiana interprete, analizzando l’acting di una diva che l’American Film Institute ha definito la terza attrice più grande di sempre.
Un saggio originale, dall’approccio empatico e rigoroso di chi il cinema lo vive come studiosa ma non solo – la performance corre parallela alla penna per Lamesta Krebel – apre come per incanto al suadente ”Universo Audrey”. La giovane autrice indaga quel particolare spazio della recitazione, dello star-system e del fashion creato e occupato dalla memorabile Sabrina, ancora oggi moderno e comunicativo, grazie anche alla sua matrice emancipata. Antesignana di tutte le influencer ma dallo spessore ben diverso, la diva si riflette nel testo attraverso i sui personaggi, la loro genesi artistica e umana, e la loro evoluzione tradotta nell’acting. Si perfeziona nei racconti in chiave privata, o prestati da altri linguaggi artistici, e aggancia il lettore con uno stile sciolto e carezzevole.
Vincitrice di due premi, uno nazionale e uno internazionale patrocinato dall’UNICEF, la new entry editoriale – già presentata sul territorio nazionale al fianco di nomi quali Francesco Giorgino, Enrico Magrelli, Andrea Minuz e Stefano Gattinoni, oltre all’attenzione di TG1, Rai Radio3, TG5, TG3, Panorama, Corriere della Sera, La Repubblica, Sky Cinema e Confidenze, e ai ringraziamenti del Presidente Mattarella e del Card. Ravasi – è in linea con la stessa avventura artistica di Audrey, premiata con l’Oscar proprio alla sua prima prova da protagonista.
Unico nel suo genere, il volume è arricchito di tavole-disegno di Valerio Piccioni e dai contributi inediti di Andrea Dotti e Giancarlo Berardi, che inaspettatamente hanno aperto il loro scrigno privato e molto esclusivo alla scrittrice andriese. In sintesi, l’autrice, multitasking e polisemica lei stessa, riesce a incarnare quello sguardo da cerbiatta magnetico e inimitabile, di cui il libro si fa interprete charmant e moderno, inconsueto nel panorama editoriale saggistico.