“L’ennesima offesa ai tarantini”

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La notizia secondo cui il gruppo franco-indiano ArcelorMittal avrebbe intenzione di chiudere lo stabilimento siderurgico di Taranto in concomitanza con l’abrogazione dell’immunità penale ed amministrativa ha ridato fiato a tutti coloro che hanno dovuto ingoiare una decisione che speravano non sarebbe mai stata adottata. Mi riferisco alle opposizioni che ieri sera in Aula hanno gettato la maschera e fornito l’ennesima prova di come della salute dei cittadini di Taranto se ne disinteressano nel modo più assoluto.
Ci contestano di aver spazzato via quell’indecente “salvacondotto” confezionato da chi adesso dovrebbe stare in un angolo, in silenzio, ed aprire bocca solo ed esclusivamente per chiedere scusa ad un territorio che in tutti questi decenni ha pagato un prezzo altissimo in termini di salute. Ci contestano di aver gettato le basi per la possibile chiusura dell’ex ILVA e questo perché abbiamo eliminato quella “protezione giuridica” che ha permesso in questi ultimi anni alla cosiddetta “grande industria” di fare i suoi comodi. In poche parole, secondo le opposizioni si deve continuare a consentire di produrre acciaio inquinando senza che vi sia alcun tipo di sanzione perché altrimenti… lo stabilimento verrà chiuso. Ed allora mi chiedo: un percorso che punta a tenere in esercizio una fabbrica senza creare ulteriori danni ad una popolazione non si può intraprendere? Tentare di avviare e consolidare un necessario processo di ambientalizzazione rispettando le regole da subito non è possibile? Secondo, le opposizioni no. Non è possibile “perché altrimenti lo stabilimento cesserà di esistere” con tutte le conseguenze a livello occupazionale che ne deriveranno. Non è possibile perché in questo modo l’industria del Paese viene “affossata”. Per le opposizioni, l’unica cosa possibile è che la situazione resti immutata e chi vive a ridosso della fabbrica dovrà farsene una ragione accontentandosi della copertura dei parchi minerari.
Tutto questo non solo è semplicemente assurdo, ma è soprattutto l’ennesima offesa arrecata a Taranto e ai tarantini.