L’ESPRESSO ITALIANO TRADIZIONALE DIVENTA PATRIMONIO DELL’UMANITA’

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DALLA SOCIOLOGIA ALLA LETTERATURA, COSI’ L’ESPRESSO ITALIANO TRADIZIONALE DIVENTA PATRIMONIO DELL’UMANITA’

Open day a Milano per fare il punto sul percorso di candidatura presso l’Unesco e svelare i segreti su come si prepara il caffè espresso italiano tradizionale perfetto

Milano – È la bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua, ma è anche uno straordinario espediente narrativo utilizzato da scrittori e poeti di ogni epoca.
Non solo. È un prodotto, probabilmente l’unico, capace di cadenzare i ritmi di un’intera società, oltre a essere il frutto del lavoro di oltre 800 torrefazioni e 7000 addetti.

Tutti aspetti uno diverso dall’altro che sono stati esaminati e approfonditi nel corso di un open day organizzato dal Consorzio per la Tutela del Caffè Espresso italiano Tradizionale a Milano per fare il punto sul percorso di candidatura del caffè a patrimonio immateriale dell’Unesco.

Un appuntamento cui hanno preso parte il presidente del Consorzio, Giorgio Caballini di Sassoferrato, il Maestro Caffettiere Pietro Rastelli, il sociologo Massimo Cerulo e Diego Galdino, scrittore e autore del best seller Il primo caffè del mattino.

“Per diventare patrimonio immateriale dell’umanità – ha spiegato il presidente Caballini -, non è sufficiente che un prodotto sia speciale, e il caffè espresso italiano tradizionale, quello preparato nei bar italiani a regola d’arte, lo è senza dubbio. È essenziale che abbia un impatto sulla vita delle persone. Ed è esattamente quello che abbiamo voluto raccontare mettendo a confronto professionisti diversi che hanno dato letture e visioni differenti di questa bevanda che ha fatto la storia del nostro Paese e della nostra società. Un pensiero, visti i recenti avvenimenti, va al più antico caffè operante In Italia, il Caffè Florian di Piazza San Marco a Venezia che sin dal 1720 accoglie personalità da tutto il mondo per offrire l’espresso italiano tradizionale e che ci auguriamo possa riprendere quanto prima la sua attività”.

L’ODE LETTERARIA AL CAFFE’

Diego Galdino è scrittore e autore, tra gli altri, del best seller Il primo caffè del mattino. Galdino però è anche per prima cosa un barista e lavora nello stesso locale in cui, insieme ai genitori, ha vissuto sin da bambino. Un punto di vista privilegiato il suo per osservare come, attorno al rituale del caffè, si sviluppi la vita di intere comunità.

Non è un caso, infatti, che ripercorrendo la letteratura più o meno recente, sia facile imbattersi in numerosi casi in cui gli autori utilizzano il caffè come espediente narrativo da Saba a Svevo, da Kafka a James Joyce. Senza dimenticare Pirandello che trasforma il rito del caffè in una metafora del tempo che scorre.

UN ESPRESSO DEMOCRATICO, INCLUSIVO E GENEROSO

Se si guarda al caffè dal punto di vista del rapporto che lega la bevanda ai consumatori, si apre un mondo. Un mondo analizzato dal sociologo specializzato in Scienze della cultura, Massimo Cerulo, che nel corso dell’open day, partendo dal suo saggio “La danza del Caffè”, ha provato a mettere in fila alcuni degli effetti peculiari che l’espresso italiano tradizionale ha su chi lo beve: accomunati da un linguaggio universalmente riconosciuto – “prendiamoci un caffè espresso” – mette in relazione due o più persone, anche di ruoli, classi, ceti e provenienze molto differenti tra loro favorendo la pratica dei comportamenti sociali e della generosità, uno dei gesti quotidiani più diffusi è infatti quello di offrire un caffè a qualcuno.

Inoltre il caffè è uno straordinario alleato per abbattere le barriere e vincere gli imbarazzi: si pensi agli italiani all’estero che finiscono per conoscersi e “riconoscersi” proprio in ragione della loro ricerca di locali dove gustare un espresso italiano tradizionale, a regola d’arte.

LE CINQUE REGOLE PER IL CAFFE’ ESPRESSO ITALIANO TRADIZIONALE PERFETTO

Nel corso dell’open day il Maestro Caffettiere Pietro Rastelli ha illustrato ai presenti in che modo bisogna preparare l’espresso italiano tradizionale e di conseguenza a cosa stare attenti quando ci si reca nei bar e si ordina un caffè espresso italiano.

Le regole sono 5:

1. Caffè in grani macinati al momento

Dopo 15 minuti dalla macinazione infatti, il caffè perde il 65% dei suoi aromi. Va quindi usato unicamente il caffè in grani che dovrà essere macinato con una grammatura che può variare tra i 7 e i 9 g., avendo cura di farlo rimanere nel dosatore il minor tempo possibile.

2. L’estrazione della bevanda

Il tempo di contatto fra acqua e caffè è ciò che influenza l’estrazione delle componenti aromatiche presenti all’interno del chicco. Il tempo di erogazione ideale è tra i 20 e i 27 secondi.

3. L’aroma

Se sentiamo la necessità di aggiungere molto zucchero significa che il caffè non è stato preparato correttamente o che sono stati trascurati alcuni passaggi di pulizia.

4. Come deve essere servito

Il contenuto in tazzina dovrà essere tra i 13 e i 26 g. ad una temperatura tra i 90°C e i 96°C (ma per questo dobbiamo affidarci al nostro barista di fiducia). Il caffè dovrà essere servito preferibilmente in tazzine di porcellana.

5. La crema

Il Caffè Espresso Italiano Tradizionale per essere considerato tale si dovrà presentare con una crema uniforme e persistente per almeno 120 secondi dal termine di erogazione della bevanda non rimescolata.

I DATI SUI CONSUMI

In Italia, i consumi annuali pro capite di caffè nel 2018 sono di 5,9 kg, in aumento (5,3%) rispetto al 2017.

Il 95% lo beve abitualmente, da gustare principalmente tra le mura domestiche (92%) o al bar (72%). Il 58% dice di berlo per trovare la carica necessaria ad affrontare la giornata e il 77% di chi beve caffè lo fa tutti i giorni appena sveglio. Il caffè però è anche un momento di relax (53%) e al contempo un piacere (47%) e un rito (37%) da consumare insieme agli altri.

LE COMUNITÀ INTERNAZIONALI

Il caffè espresso italiano tradizionale è il risultato di due fasi fondamentali e propedeutiche alla preparazione dell’espresso: l’importazione e la torrefazione.

L’importazione non è una semplice attività di commercializzazione. Al contrario, si tratta di un insieme complesso di operazioni quali la ricerca, la selezione e l’istituzione di relazioni solide e stabili con i paesi produttori.

Anche per questo il Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale condivide con le Comunità internazionali dei produttori di caffè che hanno già, o stanno avendo, il riconoscimento di Patrimonio per l’umanità del loro Paesaggio (cultural landscapes), il progetto culturale che definisce il caffè espresso italiano tradizionale.

il Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale

Il Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale nasce il 15 settembre 2014 a Treviso con l’obiettivo di promuovere, valorizzare e tutelare il Caffè Espresso Italiano tradizionale presso gli operatori del settore e presso i consumatori. Possono entrare a far parte del Consorzio le imprese e gli enti del settore del caffè, quali torrefattori, produttori di caffè e di macchine per il caffè e di altre attrezzature inerenti alla produzione o erogazione del caffè che condividano lo scopo consortile ed abbiano la sede e la produzione in Italia.

Il Consorzio è composto da imprese del settore sparse nel territorio nazionale, e da alcuni enti che sostengono con convinzione questo progetto, tra gli altri il Gruppo Italiano Torrefattori (socio costituente) e la Federazione Italiana Pubblici Esercizi. Dal 2015 ad oggi il Consorzio è impegnato anche nell’ottenimento della candidatura all’UNESCO per il riconoscimento di Patrimonio Immateriale dell’Umanità del Caffè Espresso Italiano Tradizionale.

Per ulteriori informazioni www.espressoitalianotradizionale.it