#leStelledegliUffizi a cura di Silvia Malaguzzi

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L’Ariete è il primo segno dello zodiaco, il segno della Primavera e della gioventù. Governato da Marte, in domicilio diurno, è il segno dei guerrieri che, armati di coraggio, seguono il loro istinto del quale si fidano ciecamente ma l’energia la prendono dal Sole che, nel segno, è in esaltazione. Firmico Materno sostiene che i nati nel segno hanno molti capelli, piccole orecchie, collo lungo e soffrono di frequenti mal di testa mentre Giovan Battista della Porta ne sottolinea la mobilità, la facilità a cambiare idea e umore e l’incapacità di serbare rancore. Fra le gemme e i metalli preziosi sottoposti all’influsso solare vi sono l’oro, il crisolito, l’ambra e il diamante ma spetta al carbunculus, il compito di accogliere sia gli influssi del Sole che di Marte proiettandoli sull’indossante. In assenza di criteri mineralogici scientifici (ovvero densità o forma del cristallo) sotto la denominazione carbunculus erano classificate, in antico, tutte le gemme di colore rosso: dai rubini della miglior qualità agli scuri granati passando per gli spinelli, di colore meno intenso ma assai apprezzati per le maggiori dimensioni e la maggior reperibilità. Nei documenti antichi questi ultimi sono verosimilmente i balasci o balassi chiamati così dalla regione afgana del Balascian ricca di spinelli ma priva di rubini. E’ forse il “balasso grande” indossato da Galeazzo Maria Sforza in occasione del suo ingresso a Firenze nel 1471 quello che compare nel ritratto eseguito da Piero del Pollaiolo. Incastonato in un pendente a forma di scudo forse smaltato per amplificare l’effetto cromatico della gemma, il talismano aveva il compito di conservare, nel cuore di questo prezioso alleato di Firenze, coraggio e forza vitale rendendone il corpo incolume.