L’EUROPA SI STA RIACCENDENDO. L’ITALIA C’È?

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Oggi c’è una notizia straordinaria per ogni cittadino europeo: l’UE si è riaccesa.

A partire dal 2020 inizierà quello che probabilmente sarà il più grande esperimento di partecipazione civica nella storia: la Conferenza sul Futuro dell’Europa.

È successo tutto nel giro di pochi mesi: Macron ha lanciato l’idea della Conferenza, la nuova Commissione guidata da Ursula Von der Leyen ha accettato la sfida, ed oggi Francia e Germania, in un documento congiunto dallo straordinario peso politico, hanno sostanzialmente riempito di contenuti e ambizione il progetto.

Pronti, via! Nel corso di due anni cittadini, organizzazioni, associazioni ed esperti saranno consultati in tutto il continente, e potranno democraticamente decidere il futuro dell’Unione.

Sembra troppo bello per essere vero, ed invece è verissimo.

Nel documento di oggi ci si concentra infatti moltissimo sull’uso della Conferenza non come spazio di partecipazione fine a se stesso, ma come vero strumento di decisione, che abbia ricadute concrete.

Personalmente non vedo l’ora di partecipare e di dare il mio contributo: ho sempre desiderato organizzare dei dibattiti pubblici sul futuro dell’Europa, quindi teniamoci in contatto nei prossimi mesi e proviamo a fare il massimo per far sentire la nostra voce e sfruttare questa occasione storica.

C’è spazio per darsi da fare, mettiamoci al lavoro tutti insieme!

PS:

Qualcuno giustamente penserà: “Perché il documento è stato firmato solo da Francia e Germania?”. Semplice: questo è il risultato quando per più di un anno chi poteva incidere ha invece lavorato per isolare completamente l’Italia.

Oggi però vogliamo riportare l’Italia al centro dell’UE, senza se e senza ma.

Sembrerebbe quasi paradossale: chi si lamenta dell’UE poi non fa nulla per cambiarla, mentre chi è europeista vuole stare al centro del cambiamento.

Ma non sbagliamoci: non c’è nessun paradosso.

Essere europeisti significa credere in un futuro comune ed avere l’ambizione di costruire un’Europa più giusta.

L’UE oggi è ancora lontana dall’essere il sogno dei padri fondatori: lavorare per portarla a compimento è di sicuro più difficile di tirare picconate, ma è una sfida appassionante e profondamente giusta.