L’Europa sta affrontando un’altra fase critica della pandemia

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dal Regno Unito alla Germania, dalla Spagna alla Francia, il virus corre veloce e continua a costringere i governi a inseguirlo. Come avevamo purtroppo previsto, stiamo entrando nella terza ondata, senza essere mai veramente usciti dalla seconda.
In Italia, la situazione epidemiologica è preoccupante: il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, appena pubblicato, dice che l’indice di trasmissione del virus – l’ormai tristemente noto Rt – è sempre aumentato nelle ultime settimane e si mantiene sopra il valore di 1, indicando che l’epidemia è in fase di crescita. Le restrizioni severe che abbiamo sofferto durante il periodo natalizio hanno permesso di contenere l’aumento dei casi ma non di far calare drasticamente l’indice di contagio. A questo si aggiunge la preoccupazione per l’impatto che avrà sull’andamento dell’infezione la comparsa delle nuove varianti del SARS-CoV-2, da quella inglese a quella sudafricana, entrambe potenzialmente in grado di diffondersi più rapidamente e quindi di causare un notevole incremento dei contagi. In questo scenario estremamente difficile, si è giustamente deciso di rivedere i parametri per l’assegnazione dei colori e delle relative restrizioni alle varie Regioni. La lezione che abbiamo infatti imparato nei mesi scorsi – lezione particolarmente dolorosa per il Veneto – è che non si può cercare di arginare la diffusione del virus con misure morbide ed è quindi necessario agire subito, prima che il contagio dilaghi nuovamente e sia incontrollabile. Ci aspettano ancora mesi difficili, ma la luce in fondo al tunnel è finalmente visibile.
Il primo milione di cittadini italiani è stato vaccinato e, grazie all’accordo dell’Europa con Pfizer che porterà all’Italia altri 40 milioni di dosi, da aggiungere alle dosi già acquisite da Pfizer e Moderna, l’Italia potrebbe arrivare a vaccinare 38 milioni di persone entro la fine del 2021. C’è quindi la reale possibilità di poter superare la tempesta con l’arrivo dell’estate: la bella stagione dovrebbe ridurre la diffusione del virus e l’effetto delle vaccinazioni si farà sentire, riducendo drasticamente il numero di vittime e la pressione sugli ospedali. Se le vaccinazioni proseguiranno a ritmo spedito, al prossimo autunno saremo meno vulnerabili e il virus, pur continuando a circolare, non sarà più un grosso problema. Ma, prima di arrivare all’estate, dobbiamo evitare che l’epidemia dilaghi nei prossimi mesi. Arrestare la corsa del virus è necessario non solo per salvare vite ma anche per impedirgli di mutare ancora, mentre la campagna di vaccinazione è ancora troppo lenta. La recentissima notizia che Pfizer ridurrà temporaneamente la consegna delle dosi previste di un 29%, per migliorare la produzione e poter fornire più dosi a partire dalla primavera, è un motivo in più per affrontare l’ultima ma fondamentale fatica senza troppe discussioni.
Le nuove restrizioni imposte dall’ultimo Dpcm vanno quindi nella direzione giusta e dovrebbero essere accettate da tutti e per il bene di tutti. Per quanto si comprenda bene la difficoltà delle singole regioni e di chi le governa nel subire nuove misure restrittive e far fronte agli enormi problemi economici e sociali che ne conseguono, il tentativo di sottrarsi alle regole generali non è accettabile, né da un punto di vista sanitario né etico. Il virus ha dimostrato di muoversi senza difficoltà tra i continenti e non fa certo distinzioni tra regioni, neppure se autonome. A prescindere dal colore momentaneamente assegnato, siamo tutti sulla stessa barca che da un anno fatica a navigare nella tempesta: nessuno può pensare a sé stesso, nessuno può salvarsi da solo.

Antonella Viola