Liliana Bonansea

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È stata la mia maestra di prima elemen­tare. Era arrivata a Grinzano con la mam­ma e si era sistemata nel palazzo comuna­le delle scuole dove, a piano terra, abitava la mia famiglia. Viaggiare in quei tempi era impensabile. Dopo le lezioni veniva da mia madre e dedicava gran parte del suo tempo a me. Ero fortunato. Avevo a disposizione un’insegnante desiderosa di
farmi apprendere per l’intero pomerig­gio. Mia madre, donna di rara intelligenza, aveva ideato un piano diabolico pur di farmi studiare. Lei si occupava delle mae­stre e loro si occupavano di me. Fu così che passai dalla prima alla ter­za elementare sostenendo un esame alla presenza del direttore Bertaina. Conservo ancora la pagella. Promosso dalla prima alla terza. Liliana Bonansea e mia madre convin­sero, pochi anni dopo, mio padre e me dell’opportunità di andare a studiare in seminario a Fossano essendo, all’epoca,
impossibili gli spostamenti da Grinzano. La sorella della mia maestra aveva spo­sato Claudio Villa. Un giorno il reuccio della canzone venne a trovarla e mia ma­dre preparò un pranzo sontuoso per fe­steggiare l’evento. Ricordo ancora l’auto enorme con la
quale arrivò il celebre cantante con la ra­dio a tutto volume. Nel cortile si era radu­nato il paese intero ed era forte lo stupo­re per una macchina che cantava. Inutile dire che avevo con la mia inse­gnante un rapporto di affetto molto spe­ciale ma lei mi trattava senza favoritismi. Emma Novarino, con la quale siamo cre­sciuti insieme, racconta ancora oggi che durante l’ora di canto la maestra mi invitava a star comodo. Il che significava in silenzio. D’altra parte con il canto e con il di­segno ho sempre avuto un rapporto difficile mentre il mio compagno di banco Giovanni Rivoira dipingeva con una facili­tà ed una bravura che mi lasciavano senza speranze.