L’infarto e il pericolo della recidiva: come i pazienti possono (e devono) evitare i rischi

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L’infarto, dal ricovero al recupero. Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi in Italia uno dei più importanti problemi di salute pubblica, sono tra le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità. Chi sopravvive a una forma acuta come l’infarto miocardico diventa un malato cronico con notevoli ripercussioni economico-sociali. Ma se la mortalità ospedaliera dell’evento acuto si è notevolmente ridotta negli ultimi anni, la mortalità a medio-lungo termine non ha seguito lo stesso andamento. L’inadeguato stile di vita può essere fra le cause.
L’infarto e lo stile di vita di chi si è salvato

bisogna quindi salvaguardare chi è sopravvissuto a una forma acuta come l’infarto miocardico. La scarsa aderenza alla terapia e l’inadeguato stile di vita possono infatti essere tra le cause di rischio non trascurabile di una recidiva. Uno stile di vita adeguato consiste nell’astensione dal fumo, in una dieta varia ed equilibrata, nell’attività fisica regolare. Dopo la malattia, l’ospedale può continuare ad avere un ruolo importante nella prevenzione. È il ruolo che l’ospedale Santa Maria Annunziata di Bagno a Ripoli (Firenze) ha scelto di assumere affrontando l’importanza della prevenzione secondaria.