L’infinita guerra dei dazi: nuove minacce Usa-Cina

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Dopo l’annuncio di ieri di Donald Trump (“Applicheremo una nuova raffica di dazi del 10% sui restanti 300 miliardi di dollari di merci e prodotti cinesi importati in Usa”), mossa che ha fatto tremare le borse finanziarie globali, arriva il contrattacco di Pechino: se il nuovo “balzello” entrerà in vigore “tutte le conseguenze ricadranno sugli Stati Uniti”. I nuovi dazi annunciati dagli Usa, sottolinea in una nota il ministero cinese del commercio asiatico, “violano l’accordo di giugno tra il presidente Xi Jinping e Donald Trump per riavviare il negoziato”.

La mossa del Tycoon sembrerebbe soprattutto una leva per accelerare trattative che vanno a rilento e promesse non mantenute. “I nostri rappresentanti sono appena tornati dalla Cina dove hanno avuto colloqui costruttivi legati al futuro accordo commerciale. Pensavamo di avere un accordo con la Cina tre mesi fa ma purtroppo ha deciso di rinegoziarlo prima di firmarlo”, si è lamentato il presidente Usa.

Una delle cose che starebbe facendo infuriare maggiormente Trump è il mancato acquisto di prodotti agricoli americani, in particolare di soia, fondamentale per mantenere il consenso elettorale tra gli agricoltori. E Pechino lo sa bene.”Più recentemente la Cina aveva concordato di acquistare prodotti agricoli dagli Usa in grande quantità ma non lo ha fatto. Inoltre il mio amico presidente Xi aveva detto che avrebbe fermato la vendita di Fentanyl in Usa ma questo non è mai avvenuto e molti americani continuano a morire!”, ha detto, annunciando le nuove tariffe.

Ma l’agenzia Bloomberg fa notare come le sparate di Trump siano quasi una strategia che guardi a Washington, più che a Pechino. In poche parole, visto che la Fed ha detto che i tagli ai tassi sono giustificati dalle tensioni commerciali che pesano sull’economia, è plausibile che il presidente si sia premurato subito di crearne altre perché la sua Banca centrale tagli ancora il costo del denaro, come il tycoon chiede da tempo.

Trump ieri ha cercato anche di rassicurare gli americani spiegando che sarà la Cina a pagare il prezzo dei dazi e non gli americani. I negoziati proseguiranno a Washington il mese prossimo ma il rischio è che col passare del tempo essi siano sempre più condizionati da logiche elettorali.                                                       fonte