L’insostenibile inadeguatezza di Fontana e del sistema Lega in Lombardia

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Da una parte ringraziamenti e sostegno, dall’altra preoccupazione e grossi dubbi. Questa è la differenza tra i cittadini laziali e quelli lombardi al ritorno dalle meritate vacanze. Mentre il Lazio di Nicola Zingaretti, così come altre Regioni italiane, si è attivato per intercettare il traffico di rientro, soprattutto dai Paesi considerati a maggior rischio di contagio Covid, la Lombardia di Attilio Fontana si è ancora una volta distratta, dimenticandosi di essere il territorio maggiormente colpito dalla pandemia.

I cittadini lombardi che atterrano da Croazia, Spagna e Grecia negli aeroporti lombardi non trovano nulla, giusto un cartello che li invita a contattare la loro ATS (come sono chiamate le ASL in Lombardia), mentre sia all’estero che nelle altre regioni italiane ci sono diverse possibilità per fare tamponi e test.

Attilio Fontana dal suo buen retiro estivo ci fa sapere che siccome i lombardi per lui non sono sudditi non impone quarantene a chi torna dai Paesi a rischio. Una posizione particolare ma che non spiega come sia possibile che la Lombardia sia l’unica Regione priva di indicazioni chiare su come scoprire il proprio stato di salute, mettendo a rischio i famigliari e i propri concittadini.

Mi sono recato a Malpensa ieri. Giulio Gallera, l’assessore alla Sanità, ha sostenuto presso una nota emittente radiofonica che la Lombardia è messa meglio di Lazio e Veneto nella capacità di fare i tamponi per chi viene da fuori. Non so come possa giungere a questa frettolosa considerazione visto che i primi desk per i tamponi gli aeroporti lombardi li vedranno forse solo giovedì 20 agosto, con una settimana di ritardo rispetto al Lazio.

Ogni giorno rientrano circa 4 mila turisti, solo da Malpensa, da Spagna, Grecia e Croazia. In una settimana sono quasi 25 mila persone. Senza controlli. Ne abbiamo intervistati alcuni e le risposte sono molto simili, tutti disponibili a mettersi in isolamento ma desiderosi di sapere quanto prima come fare il tampone. Nessuno era riuscito a parlare con le strutture sanitarie lombarde, chi era in vacanza con persone di altre Regioni notava dispiaciuto la differenza di trattamento. Ci sono migliaia di persone in attesa di capire come si devono comportare, ma spesso sono già entrati in contatto con famigliari e concittadini, rendendo ulteriormente pericolosa la situazione, il tutto senza indicazioni, trasparenza e attenzioni.

Questa è la Lombardia di Fontana e Salvini. Il sistema Lega. In ritardo rispetto le altre Regioni, pasticciona ma tremendamente polemica. Anche questa volta, infatti, Gallera e Fontana hanno provato a scaricare la colpa dei loro ritardi su altri, il Governo, l’azienda che gestisce i principali aeroporti lombardi. Non si capisce perché quello che è normale altrove non è fattibile in Lombardia.

Non ci sono scuse, l’ennesimo pasticcio che mette a rischio i lombardi, e l’ennesimo tentativo di scaricare su altri le proprie responsabilità, alla faccia dell’autonomia spesso richiesta. È tempo di mandare a casa Fontana, è tempo delle sue dimissioni, l’unico modo reale con cui si possono proteggere i lombardi da eventuali nuove ondate e offrire una sanità lombarda che sappia essere un punto di riferimento per i cittadini.

Pietro Bussolati è consigliere regionale in Lombardia del Partito Democratico e membro della segreteria nazionale, responsabile Imprese e Professioni