L’Invalsi ha per la prima volta misurato la “dispersione scolastica implicita” del nostro sistema di istruzione

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C’è una percentuale molto alta di studenti che, pur completando tutti i cicli, non raggiunge i traguardi minimi previsti dopo 13 anni di scuola. Un dato davvero preoccupante. E che ci dice chiaramente che dobbiamo fare di più. Serve un investimento più corposo e strategico sulle competenze dei nostri bambini e ragazzi. Non possiamo permetterci che un giovane diplomato affronti la vita adulta senza avere a disposizione gli strumenti indispensabili per essere un cittadino attivo e consapevole.
Il nostro obiettivo è avere una scuola che renda istruiti, liberi, e che sia in grado di recuperare il divario esistente tra i territori rispetto agli esiti scolastici. Che offra pari opportunità di crescita a tutti. E che sia certamente il luogo in cui ogni bambino costruisca, pezzo dopo pezzo, il proprio futuro. Lavoreremo per superare queste distorsioni e fornire a ogni studente tutte le competenze, di base e non solo, di cui ha bisogno per il suo futuro. Il tavolo sui divari territoriali attivato al Miur ha anche questo scopo. E in questa direzione opereremo attivando tutte le leve disponibili, dalla formazione dei docenti fino alla costruzione di ambienti di apprendimento più adatti all’acquisizione delle competenze che servono agli studenti. Se non invertiamo subito la rotta pagheremo le conseguenze di quel che oggi i dati Invalsi ci mostrano molto molto a lungo.