Liste d’attesa Sanità: l’intramoenia è il problema, non la soluzione!

0
47

È stato presentato il 9 luglio a Roma, dal presidente della commissione sanità del Senato Pierpaolo Sileri (M5S), un disegno di legge che estende la possibilità di intramoenia agli infermieri e a tutte le altre professioni sanitarie cosicchè “si completa il processo di valorizzazione dell’infermiere e delle altre professioni sanitarie che devono diventare attori del servizio intramoenia per poter godere di una loro esclusività, un loro tariffario e costruire un rapporto di fiducia con il paziente”.
Nelle stesse ore, sempre a Roma, la Ministra della salute Giulia Grillo insediava al Ministero della Salute l’Osservatorio nazionale liste d’attesa finalizzato al monitoraggio e alla vigilanza sulle liste d’attesa per “restituire ai cittadini un diritto a lungo negato: quello dei tempi certi per le cure e per le diagnosi nella sanità pubblica”.
In che modo possano coesistere tali evidenti contraddizioni persino all’interno della stessa compagine governativa non è dato sapere.
Sappiamo, invece, con assoluta certezza che le liste d’attesa sono una delle conseguenze più infauste dei tagli e del definanziamento della sanità pubblica e che l’intramoenia è responsabile di parte di quegli oltre 30 miliardi di spesa che i cittadini sono costretti a sborsare di tasca proprio ogni anno per avere accesso alle cure. Oltre alle tasse che già pagano ovviamente e in spregio alla garanzia di un diritto costituzionalmente riconosciuto.
Le liste d’attesa selezionano i cittadini che possono curarsi in base al reddito; l’intramoenia deresponsabilizza stato e aziende sanitarie dalla garanzia dei LEA, da stipendi e condizioni di lavoro in grado di garantire la qualità del servizio pubblico e contribuisce alla perdita di valore della funzione sociale delle professioni di cura.
In un Paese che subisce da oltre un decennio le politiche di austerità imposte dall’Unione Europea, che conta 5 milioni di poveri assoluti, 9 milio