L’Italia dei falsi campanilismi in piena pandemia

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n un momento di estrema emergenza sanitaria e di grave crisi economica, lo spettacolo offerto in questi giorni dalla politica è a dir poco sconcertante. Toni accesi e forti critiche si levano dalle opposizioni di centrodestra e anche dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nei confronti dell’operato del governo Conte, nonostante l’appello all’unità nazionale caldeggiato dal presidente della repubblica Mattarella. Il tutti contro tutti e il gioco allo sfascio del tanto peggio tanto meglio pare invece la strada tracciata dai partiti dell’opposizione sia a livello locale, regionale, che nazionale, dimenticando totalmente i veri interessi degli italiani. La materia del contendere è rappresentata dall’ultimo Dpcm firmato dal premier Conte che, in base ai 21 parametri di rischio espressi dal cts nell’aprile scorso, e con il coinvolgimento delle regioni, divide in tre l’Italia. Si rimane perplessi di fronte alle assurdità e alle incongruenze esternate dai partiti sovranisti, sempre in pieno agone elettorale, che criticando fortemente il governo hanno passato l’estate ad incitare al non rispetto delle più elementari regole sanitarie, mentre ora aumentano i contagi e la pandemia miete centinaia di vittime al giorno. Gli interessi di bottega e le convenienze politiche così sono più importanti del bene collettivo, e l’Italia dei comuni e dei mille campanili riemerge con tutte le sue contraddizioni, i suoi modi puerili e irresponsabili nell’affrontare una realtà sanitaria ed economica estremamente grave. Le accuse di faziosità al governo centrale da parte dei governatori, che vedono nelle divisioni del Paese non una rispondenza territoriale al rischio ma piuttosto una scelta ricollegabile al colore politico, fomentano ulteriormente lo scontro tra i diversi organi istituzionali. I loro comportamenti irresponsabili sono finalizzati non al bene dei propri concittadini ma a una squallida ricerca di consensi, contrapponendosi con atteggiamenti spregiudicati e provocatori alle scelte del governo nazionale, distogliendo l’attenzione della gente sulle politiche scellerate fatte nel recente passato, cercando di occultare le criticità degli ospedali, dei servizi sanitari territoriali, omettendo volutamente le responsabilità della politica che nel corso degli anni ha avuto una visione cinica nella gestione della sanità pubblica resa sempre più depontenziata e sempre meno competitiva rispetto a quella privata. In una situazione grave come questa, in piena pandemia vicina ad essere fuori controllo, i decessi in costante risalita e il servizio sanitario nazionale a rischio collasso, sarebbe ragionevole riflettere cercando di tralasciare contrapposizioni strumentali, interessi di parte, evitando fughe in avanti come un rimpasto di governo o peggio ancora elezioni anticipate in vista del semestre bianco della presidenza della repubblica. Sarebbe pura follia! Se ci si lascia trascinare da egoismi corporativi e da furbizie politiche di bottega, tralasciando un razionale scientifico e una unica cabina di regia coinvolgendo i governi regionali nel rispetto delle funzioni istituzionali, non si potranno attuare quelle scelte prioritarie necessarie alla tutela della salute e alla ripresa economica del Paese.                                                                       (Dott. Paolo Caruso)