L’ITALIA, UN PAESE CHE “ABBANDONA” IL SUO TESORO PIÙ GRANDE: I BAMBINI?

0
54

Nella 10ª edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio – “Il tempo dei bambini”, appena pubblicato da Save the Children, si evince che negli ultimi dieci anni il numero dei minori italiani che vivono in povertà assoluta è più che triplicato, passando dal 3,7% del 2008 al 12.5% del 2018.
Oggi sono 1,2 milioni i bambini che non hanno i beni indispensabili per condurre una vita accettabile. La crisi economica, tra il 2011 e il 2014, ha contribuito al peggioramento della situazione di questi minori: in questo arco di tempo la percentuale di minori in condizioni di povertà è salita dal 5% al 10% trasformandosi in una vera e propria emergenza.

In un’Italia impoverita e profondamente colpita dalla denatalità (nel 2008 i minori rappresentavano il 17,1% della popolazione residente, mentre nel 2018 sono ridotti al 16,2%) la spesa sociale per l’infanzia resta tra le più basse in Europa, con divari tra le diverse regioni nel reale accesso ai servizi per i bambini e le loro famiglie. E il nostro Sud, purtroppo, si conferma fanalino di coda.

C’è un ulteriore dato, altrettanto allarmante, che non va trascurato: la POVERTÀ EDUCATIVA è una piaga in crescita.
Povertà economica e povertà educativa, infatti, sono due fenomeni strettamente correlati, che si autoalimentano in un circolo vizioso. Quasi un minore su 2 in Italia non legge un libro oltre a quelli scolastici durante l’anno, con profondi divari regionali, che vedono Campania (il 64,1%), Calabria (65,9%) e Sicilia agli ultimi posti (68,7%).

La povertà diffusa e i servizi mancanti, che spesso caricano tutta la spesa sulle spalle delle famiglie, hanno portato il Mezzogiorno d’Italia a percentuali che nella storia si toccarono un trentennio fa.

I dati sono drammatici, ma il nostro Paese può ancora rimettersi in carreggiata e cercare di risollevare la situazione. Nella manovra finanziaria sono state infatti inserite importanti misure per aiutare concretamente le famiglie. È stato esteso a tutti i nati nel 2020, senza soglia Isee, il contributo da 80 a 160 euro per 12 mesi; il bonus nido è stato incrementato fino a 3mila euro per i redditi medio-bassi; il congedo per i papà viene esteso fino a 7 giorni. In un secondo momento, con il «Family act», disegno di legge collegato alla manovra, dovrebbe essere introdotto un assegno universale strutturale per ciascun figlio, dalla nascita all’età adulta, potenziato con il riordino di misure esistenti e nuovi investimenti.
Primi importanti passi perché il nostro non sia più un Paese vietato ai minori.
#ItaliaVietatAiminori