Lo Sinn Féin sbanca le elezioni irlandesi

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E’ ufficiale, lo Sinn Féin ha vinto le elezioni irlandesi con il 24,5% dei voti, posizionandosi come primo partito.

I due partiti di establishment che si dividono da sempre il potere nella Repubblica d’Irlanda, il Fianna Fail e il Fine Gael, inseguono appaiati al 22% a differenza da quanto sembrava emerso dagli exit pool che davano Fine Gael, partito del premier uscente Varadkar in prima posizione, anche se di poco.

La vittoria dello Sinn Féin è un fatto senza precedenti in Irlanda, il più significativo risultato elettorale del partito dal 1922. Infatti sebbene esso rappresenti il partito maggioritario tra i cattolici dell’Irlanda del Nord, nella Repubblica d’Irlanda ha sempre avuto vita difficile anche se dal 2002 ha registrato una progressiva crescita. Lo Sinn Féin è stato, fino alla fine dei Troubles, l’organo politico della Provisional IRA, la maggiore organizzazione combattente per il nazionalismo irlandese tra il 1970 e il 1997. Dopo gli accordi di pace del ’98 e il disarmo il partito ha partecipato in Irlanda del Nord ai governi di coalizione pur mantenendo l’indipendentismo dalla Gran Bretagna all’interno della propria agenda politica. Lo Sinn Féin inoltre è stato spesso oggetto di critica di tutti quei movimenti e quelle organizzazioni che hanno sostenuto la priorità della riunificazione dell’Irlanda, che hanno rifiutato le condizioni del processo di pace del ’98 e che rimproverano un sostanziale disinteresse del partito verso la causa repubblicana e i prigionieri politici.

Il partito nazionalista ha sempre coniugato all’interno del proprio programma l’indipendentismo e posizioni socialiste in termini di politica economica. Negli ultimi tempi però, specialmente nella repubblica d’Irlanda, ha cercato di dare maggiore spazio alle questioni sociali. Dopo la crisi del 2008 ha promosso fortemente un’agenda contro l’austerity e le privatizzazioni, e ha messo al centro del suo programma la sanità, la disoccupazione, i giovani e la questione abitativa, sempre più drammatica, con i prezzi delle case a livelli stratosferici. Questo programma è stato sicuramente uno degli elementi che ha portato lo Sinn Féin agli odierni risultati. Inoltre il tradizionale bi-partitismo tra Fianna Fail e Fine Gael, entrambi di centro-destra, risulta agli occhi di molti irlandesi come un elemento di immobilismo e la rappresentazione, alla fine dei conti, di un partito unico neoliberista che governa il paese.

Ma probabilmente la netta vittoria è anche conseguenza della Brexit e dell’impatto che questa potrebbe avere, tanto in termini economici, quanto riguardo alla reintroduzione dei confini (per adesso in parte evitata dall’accordo promosso da Boris Johnson), sul territorio irlandese. Il risultato dello Sinn Féin si verifica in una fase particolarmente interessante per la causa repubblicana irlandese, con da un lato la Brexit e dall’altro la trasformazione demografica che sta avvenendo in Irlanda del Nord dove i cattolici aumentano via via di numero. Un pezzo per volta sembrano saltare e rimescolarsi tutti gli assetti solidificatisi nel periodo pre-crisi rimettendo in gioco conflitti spesso silenti o poco attivi da tempo. In ogni caso lo Sinn Féin ha annunciato che richiederà un referendum sulla questione irlandese nei prossimi cinque anni. La strada verso la riunificazione delle 32 contee e l’indipendenza è tutt’altro che in discesa, ma queste elezioni sono state un segnale inedito e inaspettato. Le performance del partito alle precedenti europee ed amministrative non erano state poi così entusiasmanti, tanto che per queste lezioni sono stati proposti solo 42 candidati per le liste elettorali al Dáil Éireann (la camera bassa irlandese) e questo potrebbe rappresentare un problema, infatti per quanto primo partito nel voto popolare lo Sinn Féin potrebbe risultare terzo per numero di parlamentari.

Ora nella Repubblica d’Irlanda si apre una fase di evidente incertezza, con i due partiti conservatori che probabilmente tenteranno, come già annunciato, una coalizione “ad exludem” nei confronti dello Sinn Fèin, ammesso che ci riescano. Infine da notare è il risultato dei Verdi irlandesi che si posizionano come quarto partito con il 7% confermando il trend di crescita europea di queste formazioni.