Lo sprint finale della Marcialonga sarà imbiancato utilizzando neve “green”

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Se fosse una ricetta di cucina diremmo “Solo ingredienti naturali. Acqua, aria, nessun additivo”. Invece si tratta di neve, fiocchi “green” e rispettosi dell’ambiente con i quali gli organizzatori della 47ª Marcialonga prepareranno in modo certosino gli ultimi 300 metri sui quali domenica 26 gennaio gli atleti si sfideranno nello sprint finale della gara “regina” delle Granfondo italiane. Protagonista la startup Neve XN (Neve Perenne). Insediata in Polo Meccatronica a Rovereto, l’incubatore hi-tech di Trentino Sviluppo, ha messo a punto una tecnologia in grado di produrre veri fiocchi bianchi, asciutti al tatto e a “chilometro zero”, anche quando le temperature esterne salgono sopra gli zero gradi, utilizzando energia termica, ovvero calore, recuperato in questo caso dai vapori rilasciati dall’impianto a biomassa di Cavalese: circa 300 metri cubi di neve prodotta grazie all’energia rinnovabile della Centrale di teleriscaldamento copriranno l’ultimo tratto del percorso, per uno spessore di 20 centimetri ed una larghezza di 5 metri.

Dopo otto anni di progettazione e sperimentazioni, a fine 2019 la startup trentina guidata dall’ingegnere di origine bergamasca Francesco Besana, 42 anni e dal collega Fabiano Maturi, 37 anni, ingegnere di Pinzolo, ha prodotto le prime sei macchine Snow4ever, frutto del progetto europeo SnowRESolution, che vengono commercializzate e distribuite da Demaclenko, azienda del gruppo altoatesino Leitner.

La macchina Snow4ever viene progettata, assemblata e collaudata negli spazi produttivi di Polo Meccatronica a Rovereto. Si tratta di un container capace di produrre, con energia da motore termico o elettrico, neve dai cristalli perfetti e asciutti a temperature comprese tra i -3° e i +16° C. Una di queste macchine è stata collocata presso la Centrale di BioEnergia Fiemme a Cavalese, per produrre neve green sfruttando l’energia termica derivata dal cippato, da scarti della lavorazione del legno, segatura, trucioli, legname di recupero schiantato al suolo, come le tonnellate di tronchi abbattuti dalla tempesta Vaia dell’autunno 2018. L’unico refrigerante utilizzato è l’acqua: non si ricorre né a freon né ad ammoniaca.
Le elevate temperature dei fumi di scarto provenienti dalla combustione della biomassa legnosa, grazie a uno scambiatore di calore, convogliano l’energia termica in un vaporodotto, per poi arrivare al generatore di neve. Il cilindro della macchina funge da separatore e contiene acqua e neve: la neve galleggia nel serbatoio e sale, come un iceberg, per essere espulsa all’esterno.
BioEnergia Fiemme, sposando la sperimentazione di NeveXN, oltre a produrre energia termica ed elettrica per alimentare la rete di Cavalese, con la produzione di energia frigorifera per la neve della Marcialonga ha completato la filiera. (d.b.)