LUCIO SANTUS: POCHI MA BUONI, MA L’ARCO CLUB VUOLE INCREMENTARE IL RAGGIO D’AZIONE

0
63

Non è semplice avere tra le proprie fila delle eccellenze che dicono la loro anche quando ci si confronta con le altre regioni d’Italia. Eppure l’Arco Club Portoscuso è riuscito a ritagliarsi spazi di gloria nazionale diverse volte. Attualmente sono due i pilastri d’esportazione che illuminano una società esistente dal 2006: Luca Pinna, asso nel compound, stabilmente nel giro della nazionale con cui viaggia spesso in tutto il mondo e campione tricolore in carica nella categoria Juniores e assoluto. E poi Elga Etzi con l’arco nudo, costantemente ai vertici del ranking nazionale, anche se negli appuntamenti topici, come gli Italiani, è sempre stata sfortunata nel dimostrare pienamente il suo valore.

Ma in passato si sono registrati altri exploit come l’argento a squadre colto nell’arco nudo femminile allievi ai campionati italiani con Daniela Massa, Federica Massa, Francesca Diana. Oppure quelli di Marco Zonca secondo e terzo posto agli Italiani. A detta degli esperti era tra i ragazzi più forti e promettenti in Sardegna nell’arco nudo ma, come accade spesso, è rimasto vittima dell’abbandono precoce.

Il presidente Lucio Santus si crogiola tra questi traguardi raggiunti e spera che in futuro si possa fare ancora meglio: “Siamo stati fortunati, questo è innegabile, ma c’è anche un poderoso lavoro alle spalle perché i ragazzi vanno seguiti attentamente”.

Accade però che la sua Portoscuso, cinquemila anime, appare piuttosto sonnacchiosa, quasi rimane indifferente davanti ad una realtà che riesce ad esprimere talenti oltre Tirreno. “Purtroppo la maggiore popolarità di altri sport, offusca la nostra attività – dice – e a volte fanno più sensazione delle vittorie calcistiche o pallavolistiche a livello zonale che non dei titoli nazionali. Mi piacerebbe che le imprese sportive venissero analizzate con maggiore equità da parte di chi dovrebbe sostenere e tutelare la salute fisica e agonistica dei propri abitanti”.

Ma lui tira dritto, con il suo plotoncino di fedelissimi, 33 tesserati, di cui 18 fanno parte del settore giovanile. Provengono da tutto il Sulcis perché continua ad essere l’unica società arcieristica del territorio dopo l’abbandono degli Arcieri Iglesienti.

“Originariamente tiravo con gli Arcieri Uras – racconta Santus – ma in realtà il legame con la società presieduta da Robertina Sideri non è mai stato sciolto, anzi ci sentiamo proprio una loro costola”.

Cercare nuovi appassionati è quasi una missione per il presidente che seppur con appena tre tecnici a disposizione è riuscito ad aprire un distaccamento a Carloforte, mentre a San Giovanni Suergiu è imminente l’apertura dei cancelli di uno stabile appena ristrutturato che accoglierà una frangia scalpitante di arcieri e si spera, tanti altri neofiti. La malattia pandemica sta creando a tutti problemi di ogni tipo e anche usufruire di palestre scolastiche è diventato proibitivo perché devono evitarsi i contatti tra studenti e frequentatori “esterni”. Nonostante tutto e assecondando le prescrizioni legislative si riesce a tenere alto l’umore, soprattutto tra i praticanti più anziani, una bella realtà da tutelare. Anche se Lucio Santus solleva un problemino di non poco conto: “Tra gli adulti sono in tanti che per tutelare la propria salute sono costretti ad assumere farmaci beta bloccanti che purtroppo sono considerati come doping. Ciò ci crea molti problemi perché queste persone, nel caso venissero trovate positive, dovrebbero dimostrare con certificati vari le loro patologie; non è certo una bella prospettiva perché si va incontro a lungaggini burocratiche che rischiano di minare l’entusiasmo.”.

A Portoscuso e dintorni si procede con costrutto e amore incondizionato per la disciplina: i giochi olimpici, grazie alla nomea e alla bravura degli azzurri, hanno sempre portato nuova linfa al movimento: “Spesso ci si accorge in ritardo di essere portati per determinati sport – conclude Lucio – e si continua a praticare quelli più popolari. Noi dobbiamo essere capaci di accendere la fiammella dell’interesse a tutte queste persone in cerca di una vera fisionomia”.