Luglio è il #FreedomJuly e non possiamo non pagare un tributo al grande Martin Luther King Jr.

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Unanimamente riconosciuto come teorico e leader istancabile della resistenza non violenta, Martin Luther King si è sempre esposto in prima linea affinché fosse abbattuto nella realtà americana degli anni cinquanta e sessanta ogni sorta di pregiudizio etnico.
Sempre nell’ottica della lotta per i diritti civili, MLK si distinse per le istancabili battaglie condotte nei momenti più salienti della storia dei diritti civili Americani: il caso Rosa Parks, la marcia su Washington D.C., la campagna di Birmingham, la marcia su Montgomery…
Ha predicato l’ottimismo creativo dell’amore e della resistenza non violenta, come la più sicura alternativa sia alla rassegnazione passiva sia alla reazione violenta preferita da altri gruppi d’attivismo di colore.

Il 10 dicembre 1964, a Oslo, ricevette il Nobel Prize per la pace. Nel discorso tenutosi al banchetto celebrativo ad Atlanta, il 27 gennaio 1965, affermò che doveva tornare a valle intendendo che se si fosse ritirato una volta ottenuto il massimo riconoscimento, si sarebbe ritirato all’apice, alla vetta.

Il celebro discorso “I have a dream” (ho un sogno), ispirato alle parole della cantane afro-americana Mahalia Jackson, è considerato unanimamente un capolavoro della rhetorica. Il Doctor King invocò Dichiarazione d’Indipendenza, il Proclama di emancipazione e la Costituzione degli Stati Uniti d’America. Il politico Americano John Lewis, che ebbe la fortuna di assistere a questa storica proclamazione disse:

“Dr. King ha avuto il potere, l’abilità e la capacità di trasformare quei gradini del Lincoln Memorial in un’area monumentale che verrà per sempre riconosciuta. Parlando come lui ha fatto, ha educato, ispirato, informato non solo le persone lì presenti, ma tutti gli Americani e le generazioni che ancora dovevano nascere.”