Lui si chiama Edi Rama, è il primo ministro dell’Albania

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Ieri, nel giorno in cui il suo Paese ha mandato a sue spese un team di 30 medici e infermieri in Italia per combattere il Coronavirus, ha tenuto un discorso memorabile. Lo ha fatto interamente nella nostra lingua, dando una lezione di politica, di stile, di solidarietà e anche di italiano a tutta Europa e a milioni di persone.

“Qui in Albania sembrerà strano che trenta medici e infermieri della nostra piccola armata in tenuta bianca partiranno per la linea del fuoco in Italia. So che trenta medici e infermieri non ribalteranno il rapporto tra la forza micidiale del nemico invisibile e le forze in tenuta bianca che lo stanno combattendo nella linea del fuoco dall’altra parte del mare. Ma so anche che laggiù ormai è casa nostra da quando l’Italia, le nostre sorelle e i fratelli italiani ci hanno salvato, ospitato e adottato in casa loro quando l’Albania bruciava di dolori immensi. Noi stiamo combattendo lo stesso nemico invisibile, le risorse umane e logistiche della nostra guerra non sono illimitate ma oggi noi non possiamo tenere le forze di riserva in attesa che siano chiamate, mentre in Italia si stanno curando in ospedali di guerra anche albanesi feriti dal nemico, e hanno un enorme bisogno di aiuto. È vero che tutti sono rinchiusi nelle loro frontiere e anche paesi ricchissimi hanno girato la schiena agli altri, ma forse esattamente perché noi non siamo ricchi, ma nemmeno privi di memoria, non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonano mai l’amico in difficoltà. Questa è una guerra dove nessuno può vincere da solo e voi, cari membri coraggiosi di questa missione per la vita, state partendo per una guerra che è anche la nostra. E l’Italia la deve vincere questa guerra, e la vincerà, anche per noi, anche per l’Europa e il mondo intero.”

Non ci sono parole per ringraziare quest’uomo, questa piccola nazione e il suo grande popolo.
Ecco, questa è l’Europa.

Lorenzo Tosa