Lukaku, Dzeko, Zapata e la pensione del Falso Nueve

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On Air l’episodio n. 8 de “Il Calcio non è un Giuoco”, il podcast di Massimo Caputi e Adriano Bacconi
SPALLE ALLA PORTA
È spesso consuetudine di questo campionato, trovare reparti che alzano in difesa della propria porta un vero muro. In risposta, i grandi bomber utilizzano il proprio corpo per disinnescare questo sistema difensivo. Il migliore in questo è certamente Lukaku, che è in grado di proteggere palla, far segnare i compagni o segnare lui stesso smarcandosi di forza. I quattro dei sei gol rifilati al Crotone ne sono la prova. Anche l’Atalanta ha scardinato la difesa del Sassuolo appoggiandosi al suo bomber di peso Zapata nel primo gol. Così come il Napoli con i gol di Zielinski favoriti da Petagna. Infine stessa cosa per la Roma con Dzeko, vincitore del duello corpo a corpo con l’avversario prima del gol. Nei mesi invernali, con campi più pesanti, il centravanti fisico in grado di giocare spalle alla porta diventa un fattore determinante.
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Il Milan gioca con un’intensità e una determinazione incredibile. I due gol contro il Benevento sono frutto di iniziative individuali di pressing e cattiveria agonistica che testimoniano come questa squadra ci creda sempre.
Discorso diametralmente opposto per il Napoli, il quale crea moltissimo attraverso la manovra di squadra ma è meno incisivo nella concretizzazione, soprattutto negli ultimi venti metri.

SCELTE DI RUOLO
La filosofia di gioco di alcuni allenatori, su tutti Giampaolo e De Zerbi, dà alla squadra un’identità specifica che è più importante del risultato: l’allenatore del Sassuolo ha preferito non tradire il suo sistema di gioco contro l’Atalanta perdendo sonoramente; Giampaolo, invece, maestro della difesa a quattro da sempre, ha cambiato i suoi dogmi passando alla difesa a tre per valorizzare Izzo, che ha segnato il suo secondo gol consecutivo.

7 IN CONDOTTA
Nell’ultimo mese la Serie A ha visto tanti casi di giocatori indisciplinati fuori e dentro il campo.
Dal Papu Gomez, messo fuori rosa dall’Atalanta che si è compattata attorno al proprio allenatore, a Osimhen, che da infortunato non ha rinunciato a festeggiare il suo compleanno in Nigeria, non rispettando, per altro, i protocolli anti-Covid e prendendo il virus.
In campo, invece, risaltano per indisciplina Tonali per il Milan e Vidal per l’Inter. Pioli con il primo è stato comprensivo parlando di errore di gioventù. Conte ha criticato, all’opposto, pubblicamente il suo centrocampista. Due modalità diverse di gestione.