“L’ultima fila in alto”

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I suoi compaesani hanno detto che il Lago sembra il doppio del solito tratto da “L’ultima fila in alto”

Il libro “L’ultima fila in alto”, che uscirà prossimamente, è una narrazione autobiografica di Gianluca Bordiga, ripercorre, usando un linguaggio dolce, la storia dura della sua famiglia d’origine e la sua passione per l’impegno pubblico, caratterizzato da una perseverante annosa azione per la salvaguardia del territorio dov’è nato e dove ha vissuto fino ai quarantaquattro anni. Un arco temporale di novantotto anni. Un passaggio del libro narra uno dei momenti che rimarranno nella storia di questo territorio d’estrema periferia. Sono gli ultimi due giorni del presidio collettivo generatosi trentuno giorni prima, giovedì undici gennaio duemilasette, occupando la Sala Consiliare prima e l’accesso alla stessa poi, quando in una riunione pubblica in Sala Consiliare la signora Sindaco rifiuta di assecondare la richiesta di un azione energica in difesa del territorio provenuta da grandissima parte della popolazione. In quest’ultimo giorno si sta organizzando una festa perché il presidio è stato un successo. Di buonora è arrivata anche la notizia che la portata della galleria idraulica è stata ridotta, esce 1 solo metro cubo al secondo, oh ma non la mollano la galleria che è anche inagibile, comunque il fiume da una settimana ha ripreso vita, scende verso valle, verso Lavenone e Vestone a salti e balzelli come non succedeva ormai da tanti anni, da troppo tempo. Le bandiere di “Salviamo il Lago” che Mauro aveva messo al ponte della Pieve Vecchia, infilate nel letto in secca, si erano già sradicate col primo deflusso di una settimana fa, ed ora il legno che le sosteneva galleggia nell’acqua, è diventato sostegno per gli uccelli lacustri che nuovamente frequentano la zona, ci sembra appunto che anche gli animali e gli uccelli si siano già accorti che il Lago è rigenerato, non è più negletto e sconsolato ma è orgoglioso e stupendo. Fervono i preparativi per la festa di domani, dovrà essere la festa di tutte le persone che in questo mese hanno sacrificato tutto il loro tempo per mantenere viva la speranza per il Lago; domani è il gran giorno della dichiarazione pubblica di sospensione di questa manifestazione, queste ultime ore scorrono veloci e convulse; la speranza che l’avvenimento sia foriero di altre buone notizie è forte, persino palpabile nell’aria, ormai qui non ci sono più scettici, speriamo di non restare delusi. Ma comunque vada la strada fatta in questo mese è tantissima, ha un valore sociale tale per cui la situazione non tornerà più indietro. Chi ha creduto in questo, chi ha lottato per questo sarà sempre fiero di poter dire “io c’ero”; citiamo, scrive Grazia, per l’ultima volta Leopardi, anche perché oggi lo stato d’animo e proprio diverso dal suo pessimismo, per definire come segue lo stato d’animo dei presidianti in questa trentunesima e ultima notte, ”attendi e il core movi ad alto desio”; ohhh, il Leopardi era un tantino triste ma le parole le sapeva usare. Arriva il giorno della festa, ecco, ci siamo, mattina del giorno undici febbraio, trentunesimo giorno di presidio, questa scalinata e questo piccolo fazzoletto di prato generano già attacchi di nostalgia, troppo bello è stato il tempo vissuto qui con i cuori in alto, il gran giorno è arrivato.

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