L’unificazione dell’Imu-Tasi porterà ad una notevole semplificazione e non ci saranno aumenti

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Anzi, possibili riduzioni per i cittadini. Di seguito potete leggere la mia intervista ad ItaliaOggi nella quale ho esposto questo ed altri temi.

Imu-Tasi senza aumenti per i contribuenti. L’unificazione dei due tributi porterà tuttavia i proprietari di immobili in affitto a farsi carico anche della quota di Tasi finora chiesta agli inquilini. «Quando fondi due tributi devi uniformarli e non si poteva unire la Tasi all’Imu, che grava solo sui proprietari, senza porre anche a carico di questi ultimi la quota finora pagata dagli inquilini. Diversamente, la semplificazione, anche sul fronte del pagamento e della riscossione del tributo sarebbe rimasta sulla carta». Laura Castelli, viceministro all’economia, difende le novità contenute nella Manovra 2020 in materia di fiscalità locale. Da cui, assicura «non arriveranno aumenti per i cittadini, ma anzi possibili riduzioni di imposta visto che i sindaci avranno per la prima volta la chance di azzerare l’Imu su determinate categoria di immobili». «Grazie all’autonomia impositiva daremo ai sindaci gli strumenti per realizzare finalmente una vera pianificazione fiscale, mentre con la semplificazione dei tributi minori metteremo un freno agli aumenti sconsiderati dei canoni di occupazione soprattutto a carico degli ambulanti». Per i comuni invece si aprono spiragli per la restituzione graduale dei 564 milioni di fondi tagliati fino al 2018 e che avrebbero dovuto essere restituiti ai sindaci già da quest’anno: le risorse potrebbero confluire, seppure in misura ridotta rispetto alle richieste dell’Anci, in un Fondo di perequazione verticale. «Vogliamo dare un segnale di cambio di passo perché il tema delle risorse sottratte ai comuni è un tema vecchio che vogliamo chiudere». Le province, infine, potrebbero vedere ampliate le proprie facoltà assunzionali, grazie a un meccanismo analogo a quanto previsto dal decreto crescita (dl 34/2019) per comuni e regioni.

Domanda. Viceministro, Anci e Upi, in queste ore in audizione dinanzi alle commissioni bilancio riunite di camera e senato, esprimono nel complesso un giudizio positivo sulla Manovra. Ma restano ancora molti nodi irrisolti. A cominciare dalla restituzione dei 564 milioni di fondi ai comuni. Ci sono spiragli perché finalmente i sindaci possano rivedere risorse che avrebbero dovuto essere loro restituite già da quest’anno?

Risposta. Vogliamo chiudere questo tema, ereditato dai precedenti governi, che sta creando con i comuni una conflittualità che non vogliamo. Ho più volte dichiarato di essere favorevole ad una restituzione graduale dei fondi. Vedremo quale sarà anche il punto di caduta nella legge di bilancio. Nel frattempo posso anticipare che metteremo risorse per un fondo di perequazione verticale a beneficio degli enti. In ogni caso vorrei ricordare ai sindaci che, se è vero che i 564 milioni continuano a mancare all’appello, non bisogna dimenticare i milioni di euro che i municipi risparmieranno grazie alle nostre semplificazioni, dalle notifiche digitali che saranno recepite come emendamento nell’iter parlamentare della legge di bilancio, fino alla riforma della riscossione locale.

D. Ai comuni però questi soldi servirebbero tremendamente per dare un po’ di respire alla parte corrente dei bilanci, soprattutto in prospettiva del prossimo rinnovo dei contratti che dovrebbe pesare per 480 mln nel prossimo triennio…

R. Vero, ed è per questo che vogliamo in qualche modo risolvere il problema facendo, tuttavia, i conti con le risorse che abbiamo che come si sa non sono molte. Sul fronte del personale, tuttavia, mi lasci rivendicare lo sblocco delle assunzioni, anche extra turnover, di cui beneficeranno i comuni virtuosi. Il decreto con i parametri è in arrivo e fisserà, come chiesto dall’Anci, una soglia di tolleranza dal 4 all’8% rispetto alle soglie fissate per ciascuna fascia demografica.

D. Ci sono margini perché queste chance assunzionali extra vengano estese alle province?

R. E’ un tema allo studio del governo, vedremo.

D. Le province chiedono anche più fondi per gli investimenti in sicurezza di strade e scuole e l’accesso al fondo di progettazione che vale 2,7 miliardi. Cosa rispondete?

R. Le risorse stanziate per gli investimenti locali ci sono e sono già molto corpose. Lo dimostra la cosiddetta norma «Spagna» o norma «Fraccaro» che rifinanziamo in modo strutturale per i prossimi 5 anni e i 33 miliardi di investimenti sugli enti territoriali fino al 2034. Quanto al fondo di progettazione, la nostra è stata una scelta di campo. Le province sono già molto brave a fare progettazione, i comuni meno. Abbiamo voluto dare un segnale ai comuni spingendoli a progettare nell’intento di creare un effetto positivo a cascata di cui beneficeranno anche le province. Non dimentichiamo che siamo stati noi a trasformarle in stazioni appaltanti pur tra mille polemiche.

D. E veniamo al fiore all’occhiello della vostra manovra fiscale: l’unificazione di Imu e Tasi e la semplificazione dei tributi minori. E’ un tema su cui vi giocate molto, anche perché, oltre alla semplificazione, vi attendete una riduzione delle tasse sui cittadini.

D. Vorrei sgombrare il campo da equivoci. Le tasse non aumenteranno, anzi potranno diminuire, visto che si prevede la possibilità per i sindaci di azzerare del tutto la nuova Imu accorpata con la Tasi. Oggi non si poteva scendere sotto il 4 per mille. In questo modo daremo ai comuni un formidabile strumento di pianificazione fiscale attraverso cui, per esempio, esentare alcune categorie di abitazioni per realizzare interventi di rigenerazione urbana a beneficio dei centri storici e delle periferie. Vogliamo coniugare autonomia e semplificazione. E lo faremo anche con i tributi minori. Oggi i comuni potevano aumentare all’infinito i canoni di occupazione pagati dagli ambulanti. Noi poniamo un tetto alla tassazione degli ambulanti giornalieri. Altro che aumento delle tasse.

D. Confedilizia, tuttavia, lamenta il rischio di un aumento delle tasse soprattutto a carico dei proprietari di immobili locati che ora dovranno sobbarcarsi anche la quota di Tasi fino ad oggi pagata dagli inquilini. Per loro quindi le tasse aumenteranno?

R. E’ stata una scelta di semplificazione e anche di riscossione. Se unisci due tributi devi anche uniformarne le regole, altrimenti non c’è semplificazione. La Tasi verrà assorbita nell’Imu e l’Imu non grava sugli inquilini ma sui proprietari. Non si poteva fare altrimenti.