M5s: “La Zes sia un’opportunità innovativa per la regione”

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I consiglieri Perrino, Leggieri e Giorgetti auspicano che “l’istituzione della Zes Jonica proceda senza intoppi anche con il nuovo governo regionale e che la stessa possa diventare attrattore di investimenti”

“Nella giornata di ieri il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, ha annunciato la firma del decreto che istituisce la Zona Economica Speciale (Zes) Jonica. Si tratta di un’importante opportunità per il nostro territorio che, se ben utilizzata, potrebbe aprire interessanti scenari per la Basilicata, rafforzando l’integrazione con il tessuto produttivo della Puglia attraverso il volàno rappresentato dal collegamento al porto di Taranto”. E’ quanto dichiarano i consiglieri del Movimento 5 stelle, Gianni Perrino, Gianni Leggieri e Gino Giorgetti.

“Nella scorsa legislatura – proseguono gli esponenti M5s – abbiamo seguito con costante attenzione il percorso di definizione e istituzione delle Zes segnalandone senza indugio le storture e gli errori commessi dalla giunta pittelliana. Ricordiamo che solo a dicembre 2018 le richieste della Regione Basilicata (riduzione accise sui prodotti energetici e una non meglio definita semplificazione amministrativa) furono ritenute incompatibili con l’istituzione della Zes. Un ruolo importante avrà il comitato di indirizzo che, una volta che verrà istituito, in qualità di soggetto per l’amministrazione dell’area, dovrà individuare gli strumenti per l’operatività delle aziende e l’utilizzo dei servizi economici e tecnologici. Il comitato può anche realizzare accordi e convenzioni con banche o intermediari finanziari al fine di promuovere le attività nelle Zes”.

“L’auspicio – concludono Perrino, Leggieri e Giorgetti – è che la l’istituzione della Zes Jonica proceda senza intoppi anche con il nuovo governo regionale e che la stessa possa diventare attrattore di investimenti che valorizzino i prodotti locali dell’agroalimentare nonché progetti innovativi, green e rispondenti al modello dell’economia circolare, l’unica via d’uscita dalla filiera petrolifera, inquinante e a bassa intensità e qualità di occupazione”.