M5S, tensione alle stelle sul Mes

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E’ guerra aperta nel Movimento 5 Stelle tra euroscettici e filo-europeisti. E il pomo della discordia è sempre il Mes, tema che da settimane fa tribolare la maggioranza, complicando sempre di più i rapporti tra le forze politiche che sostengono il governo Conte bis. E sebbene ufficialmente i pentastellati professino un unico credo, quello del no granitico al ricorso al Meccanismo europeo di stabilità, gruppo parlamentare e compagine governativa presentano al loro interno una realtà molto più sfaccettata.

Per esempio, apprende l’Adnkronos, hanno fatto molto discutere le parole del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri a proposito di un eventuale ricorso al Mes privo di condizionalità: se sono soldi “senza vincoli e vantaggiosi, e anche in tempi rapidi”, ha spiegato, “allora va bene. L’Italia ha dato tanto all’Europa. Non ci dimentichiamo che l’austerity e i tagli vengono tutti da lì quindi per ripartire è necessario un cambio di passo”. Dichiarazioni mal digerite dall’ala ‘sovranista’ del Movimento, che non ha risparmiato duri attacchi a Sileri nelle chat interne.

Lo stesso fuoco ‘amico’ riservato al deputato Gianpiero Trizzino, finito sul banco degli imputati per lo stesso motivo, cioè aver detto che il Mes può essere una risorsa utile se serve a finanziare le spese sanitarie. Non è la tua materia e quindi non hai titolo per esprimere posizioni che contrastano con la linea ufficiale del Movimento: questa, in soldoni, l’accusa rivolta al parlamentare-medico dai colleghi più agguerriti (Francesco Berti, Alvise Maniero, Diego De Lorenzis ed Emanuela Corda su tutti).

“Per fortuna che nel Movimento ci sono scienziati che ritengono di essere portatori della verità. Ebbi a dire che la mediocrità è quella che distruggerà il Movimento e ne ho conferma giorno dopo giorno”, la dura replica di Trizzino che ha abbandonato il gruppo su Telegram sbattendo metaforicamente la porta.

Un pungolo sulla questione Mes nei confronti del Movimento oggi è arrivato dai vertici dem nel corso della direzione nazionale del Partito democratico. “Non voglio banalizzare o rimuovere timori e contrarietà degli alleati di governo, ma dico che è cambiato tutto e ora rappresenta una straordinaria leva per la sanità italiana”, ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

Ma per il Movimento la linea non cambia. Secondo il vicepresidente grillino del Parlamento Ue, Fabio Massimo Castaldo, il Recovery Fund “è l’unico strumento che ha la dotazione e le caratteristiche necessarie per aiutare il nostro Paese a uscire dalla crisi””, mentre “perseverare sul Mes indebolisce il nostro potere negoziale in Europa”. Questa sera è in programma una tele-riunione dei ministri 5 Stelle per fare il punto sulla situazione politica e non è escluso che si parli anche di Mes.

La partita europea si intreccia con quella tutta interna per la conquista della leadership: Alessandro Di Battista è tornato quotidianamente a far sentire la sua voce; il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – che oggi alla Farnesina ha presentato il suo ‘Patto per l’export’ per rilanciare il Made in Italy -, invece, non ha ancora fatto capire se intenda o meno riconquistare lo scettro di capo politico. Intanto si rincorrono le voci su un imminente arrivo a Roma del garante M5S Beppe Grillo, il cui parere sarà fondamentale nel momento in cui si dovrà decidere se abrogare il vincolo dei due mandati per i sindaci (come nel caso di Virginia Raggi a Roma) e, a seguire, anche per i parlamentari.