M5S: “Una società terza per fare chiarezza sui conti? È chiaro: Musumeci non si fida più di Armao”

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Per il capogruppo Cappello è “indispensabile che l’assessore all’Economia venga in Aula a riferire dettagliatamente sui conti della Regione”. Intanto oggi in commissione ben cinque assessori a difendere gli emendamenti.

“Musumeci non si fida più di Armao. Il presidente della Regione ha dichiarato stamane in conferenza stampa che il governo vuole dare incarico a una società terza per andare a vagliare i conti della Regione e fare quindi un’operazione-trasparenza. Questo vuol dire che sta commissariando di fatto l’assessore all’Economia, Armao. Sarà forse che costui ha commesso degli errori nel corso della sua attività di assessore?”. Se lo chiede il capogruppo M5S all’Ars, Francesco Cappello.

“Musumeci – prosegue Cappello – ha inoltre parlato di disavanzi che riguardano il passato e Armao è stato assessore all’Economia anche negli anni passati. Ci chiediamo quindi: come possono i siciliani fidarsi di questo assessore, se nemmeno il presidente Musumeci si fida di quello che è il il suo più stretto collaboratore in fatto di finanze regionali? Il dubbio apre scenari inquietanti e non è più rinviabile la presenza di Armao in aula per riferire dettagliatamente sui conti della Regione”.

Sulla complessa vicenda della riscrittura del maxi-emendamento intervengono poi i deputati regionali del Movimento 5 Stelle e componenti della V commissione (Cultura, Formazione e Lavoro) dell’Ars, Nuccio Di Paola, Giovanni Di Caro, Roberta Schillaci e Giampiero Trizzino, al termine della seduta di oggi.

“Il presidente Musumeci aveva detto che i collegati e la riscrittura del maxi-emendamento – ricordano i deputati – erano prerogativa solo dell’Ars e dei parlamentari. Invece è ormai chiaro che i collegati provenissero dal governo regionale. La prova è che oggi in V commissione erano presenti ben cinque assessori regionali: Scavone, Turano, Cordaro, Bandiera e Messina, schierati per difendere norme presenti all’interno del collegato ed a trattare gli emendamenti, evidentemente stretto interesse dei loro assessorati. Noi come Movimento abbiamo fatto comunque il massimo, riuscendo a rimuovere moltissime norme dal chiaro profilo clientelare, le cosiddette ‘marchette’ che difendono interessi di parte penalizzando il bene comune di tutti i siciliani”.