Macron: “Importante adesso rafforzare e strutturare un’Europa politica”

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“Se cerco di guardare oltre il breve termine, direi che dobbiamo avere due assi forti: ritrovare le modalità per una cooperazione internazionale utile che eviti la guerra, ma che consenta di rispondere alle sfide contemporanee; costruire un’Europa molto più forte, che possa far valere la sua forza, mantenendo i suoi principi, in uno scenario così rifondato”. Così il presidente francese, Emmanuel Macron, su ‘Il Corriere della sera’ parla della ‘rotta’ da seguire adesso, in questo 2020 che è stato “costellato di crisi”, quella, “dell’epidemia di Covid-19 e quella del terrorismo”. “Per risolverle nel miglior modo possibile – osserva Macron – dobbiamo collaborare”.
In questo momento, aggiunge, “ritengo che un’ulteriore rotta da seguire sia anche l’importanza di rafforzare e strutturare un’Europa politica. Ciò presuppone che si prenda atto del fatto che gli ambiti della cooperazione multilaterale oggi sono diventati fragili, perché sono bloccati: non posso far altro che constatare che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, oggi, non produce più soluzioni utili; siamo tutti corresponsabili quando alcuni diventano ostaggio delle crisi del multilateralismo, come l’Oms”. Il presidente Francese parla anche del “relativismo contemporaneo” come di “una frattura” e che “fa il gioco di potenze che non sono a proprio agio nell’ambito dei diritti umani delle Nazioni Unite”, come “la Cina e la Russia. E credo che siamo a un punto di rottura anche rispetto al post-1989”. Lancia “il ‘Consenso di Parigi’, che però sarà il consenso di tutti”. E ancora si concentra sul sistema finanziario che ha portato innovazione ma ha aumentato le diseguaglianze, sul sistema capitalistico, sul clima, e su “un fatto nuovo ma che si sta strutturando in modo perverso” come “i social network e internet”, e infine “il cambiamento demografico”. Per un nuovo multilateralismo serve “l’Europa della difesa”; la “credevamo impensabile, l’abbiamo realizzata.
Avanziamo nel campo dell’autonomia tecnologica e strategica, mentre tutti erano rimasti sorpresi quando ho iniziato a parlare di sovranità sul 5G”. In particolare sull’Europa “penso che siamo un’area geografica coerente in termini di valori, in termini di interessi e che è bene difenderla in sé. Siamo un’aggregazione di popoli e culture diverse; qualcosa ci unisce.
Sentiamo le nostre differenze quando siamo tra europei, ma proviamo nostalgia quando lasciamo l’Europa. Sono sicuro di una cosa: non siamo gli Stati Uniti d’America; gli Stati Uniti ci rispetteranno come alleati solo se rimarremo seri con noi stessi e se saremo sovrani con la nostra stessa difesa. Quindi penso che, al contrario, il cambiamento di amministrazione americana sia un’opportunità per continuare in modo totalmente pacifico e sereno quello che degli alleati devono capire: dobbiamo continuare a costruire la nostra autonomia per noi stessi, come gli Stati Uniti fanno per loro, e come la Cina fa per sé”.
“È in atto una lotta positiva volta a fare dell’Europa la prima potenza educativa, sanitaria, digitale e verde – conclude – queste sono le quattro grandi battaglie, che ci permetteranno di affrontare queste quattro grandi sfide. Ritengo che ci sia una seconda sfida: l’Europa deve riaccendere la fiaccola dei suoi valori. Il terzo grande progetto europeo è il cambiamento di prospettiva nei confronti dell’Africa e la reinvenzione dell’asse afro-europeo. È la lotta di una generazione, ma credo che sia fondamentale per noi”