Maduro sfida la UE: “L’Europa vada al diavolo, avremo le nostre elezioni”

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Non si è fatta attendere la replica del presidente venezuelano a Joseph Borrel, che aveva espresso preoccupazione per il rimpasto nella composizione del Consiglio Elettorale Nazionale, deciso dalla Corte Suprema di Giustizia del Venezuela.

“L’Unione europea dovrebbe preoccuparsi del coronavirus e del razzismo in Ue. Non si metta con il Venezuela, fuori la Ue dal Venezuela, con la sua visione colonialista. Qui abbiamo già demolito le statue degli assassini colonialisti molto tempo fa”. Queste le parole a caldo del presidente Nicolas Maduro, pronunciante durante una riunione del Psuv, subito dopo la pubblicazione della nota di Borrell sul Venezuela.

Nel comunicato, l’Alto Rappresentante Ue, esprimeva la sua preoccupazione per la decisione del Tribunale Supremo di Giustizia (TSJ), che ha portato all’esclusione della componente eletta dall’opposizione in Assemblea Nacional, considerata dalla stessa Corte “en desacato”, quindi invalidata dalla capacità di eleggere poiché priva di legittimità popolare.

Nella nota di Borrel, si legge che “la decisione (della Corte) riduce al minimo lo spazio democratico” e crea un “ostacolo addizionale” per la risoluzione pacifica della “crisi politica in Venezuela”.

Per il presidente Maduro si tratta di un evidente tentativo di interferenza esterna negli affari interni del Paese, ostacolando il percorso elettorale già avviato per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale, che attualmente agisce a capacità ridotta, sostituita dalla Costituente.

“Che vada al diavolo la Ue, per dirlo soavemente. Il Venezuela avrà le sue elezione, a noi non ci importa un cavolo della UE”, ha tuonato Maduro. “Il Venezuela non è il cortile di casa di nessuno”.

Il Venezuela respinge “l’insolita e più recente intromissione dell’Unione Europea nel funzionamento degli organi del potere pubblico” che “non ha precedenti” nella storia delle relazioni tra il blocco europeo e l’America Latina e “viola i più elementari principi del Diritto Internazionale”, si legge in una nota pubblicata dal Ministero del Potere Popolare per gli Affari Esteri venezuelano.

Il governo bolivariano definisce una “nostalgia colonialista” la pretesa europea di “imporre la supervisione al funzionamento delle istituzioni democratiche del Venezuela”.
Le pubblicazioni di Abc

Il comunicato di Borrell arriva a un giorno dalla pubblicazione su Abc Spagna di un “documento segreto” con data 5 luglio 2010, che dimostrerebbe un flusso di denaro da Caracas a Milano, attraverso la sede consolare, per finanziare il M5S. La clamorosa rivelazione è stata smentita dall’ambasciata della Repubblica Bolivariana a Roma, che ha indicato alcuni elementi che comprovano il documento come apocrifo, i più evidenti:

l’intitolazione Ministerio de Defensa, abbandonata nel 2007 per Ministerio Popular para la defensa;
il cavallo che compare nel timbro è rivolto a destra con la testa girata verso sinistra, simbolo sostituito nel 2006 da un cavallo rivolto interamente a sinistra.

“Sicuramente si procederà per vie legali”, aveva riferito a Sputnik Italia l’ambasciata, che fa notare come l’agenzia ABC abbia utilizzato “la stessa identica notizia nel 2016 per attaccare Podemos”.