Mafia, arrestato assistente parlamentare, faceva da tramite con boss

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Si tratta di Antonello Nicosia dei Radicali, collaboratore di Pina Occhionero, ex Leu, oggi di Italia Viva

La Procura di Palermo ha fermato 5 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa e favoreggiamento. In carcere, tra gli altri, sono finiti il capomafia di Sciacca Accursio Dimino e Antonello Nicosia, membro del Comitato nazionale dei Radicali italiani, per anni impegnato in battaglie per i diritti dei detenuti. Insieme a una parlamentare di Leu (di recente passata a Italia Viva), Pina Occhionero, di cui si sarebbe detto collaboratore ha incontrato diversi boss detenuti. Secondo la Procura, avrebbe fatto da tramite tra capimafia, alcuni dei quali al 41 bis, e i clan, portando all’esterno messaggi e ordini. Intercettato per mesi dal Ros e dal Gico della Finanza, parlando al telefono, Nicosia dava giudizi sprezzanti sul giudice ucciso dalla mafia a Capaci nel 1992, definendo la morte del magistrato un “incidente sul lavoro” e asserendo “da quando era andato al ministero della Giustizia piu’ che il magistrato faceva il politico”, mentre il boss Matteo Messina Denaro era “il nostro Primo ministro”. I pm della Dda di Palermo, nel provvedimento di fermo che ha portato in carcere l’assistente parlamentare di 48 anni, scrivono che “sfruttando il baluardo dell’appartenenza politica, il Nicosia ha addirittura portato avanti l’ambizioso progetto di alleggerire il regime detentivo speciale di cui all’art. 41 bis o di favorire la chiusura di determinati istituti penitenziari giudicati inidonei a garantire un trattamento dignitoso ai reclusi”.