Mafia – Orlando risponde a Rita Dalla Chiesa su divieto vendita prodotti “mafiosi”

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Il Sindaco Leoluca Orlando, in risposta ad un post pubblicato dalla signora Rita Dalla Chiesa sui social network circa il divieto di commercializzazione di prodotti che richiamano la mafia, ha rilasciato la seguente dichiarazione.

“Ringrazio Rita Dalla Chiesa per le parole di apprezzamento su quanto fatto a Palermo in questi anni e per il riconoscimento del cambiamento avvenuto e in corso nella nostra città. Colgo il suo appello per informare e chiarire sulla ipotesi di divieto di commercializzazione di prodotti che richiamano la mafia.
Da mesi è allo studio degli uffici comunali una ordinanza sindacale che impedisca la vendita di prodotti che inneggiano alla mafia, ma va chiarito che da un lato esiste già, ed è nel Codice Penale, una norma che vieta qualsiasi forma di apologia di qualsiasi reato e che dall’altro è complesso, formalmente complesso dal punto di vista giuridico, vietare di esporre e vendere prodotto che nell’immaginario collettivo richiamano la mafia.
Il volto di Marlon Brando ricorda Don Corleone de “Il padrino”? Si potrebbe obiettare che la locandina del film altro non è che la pubblicità di un’opera artistica; il pupazzo con la lupara è una forma di apologia o piuttosto una presa in giro della mafia? Certamente nessuno che scriva “Viva la mafia” o simili frasi può essere e sarà tollerato; e quando sono state segnalate – in numero ormai sempre minore ed episodico – scritte così repellenti, la Polizia Municipale e gli operai del Comune di Palermo sono subito intervenuti per sanzionare e cancellare tali scritte. Ma dobbiamo stare attenti a non produrre atti normativi frettolosi che si dimostrino fragili dal punto di vista legale.
Su questo, l’attenzione e l’impegno sono massimi e per altro, come in queste ore tanti sottolineano, ci sono gesti simbolici come l’inchino ai Carabinieri allo ZEN che sono il punto di arrivo e di passaggio di una opera quotidiana di tanti – dalla scuola alle istituzioni – e valgono molto più e dicono molto più di una ordinanza comunale.
L’impegno quotidiano di tanti contro la mafia e contro la sua subcultura contribuisce certamente al rifiuto di acquistare prodotti che con messaggi equivoci offendono comunque la nostra coscienza.”