Maggiori tutele per gli orfani delle vittime di femminicidio

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La legge sul c.d. “codice rosso” rappresenta un passo importante nella lotta contro la violenza sulle donne, sia nella parte sanzionatoria (inasprimento delle pene e configurazione di nuovi reati) sia nella parte in cui punta alla prevenzione. Presto, analizzeremo i risultati del primo anno di vigenza della legge.

Ma lo Stato non deve fermarsi a questo. Quando si verifica un “femminicidio” dobbiamo pensare a quei figli che rimangono orfani e la cui vita rimarrà segnata per sempre.
Per questo, è diventato operativo il Regolamento per il sostegno agli orfani di crimini domestici e di reati di genere che definisce l’erogazione dei fondi per borse di studio, iniziative per l’inserimento nell’attività lavorativa, aiuti economici in favore delle famiglie affidatarie e spese mediche e assistenziali.

Questo si aggiunge al decreto interministeriale sottoscritto lo scorso novembre, grazie al quale già nel 2020 sono stati erogati indennizzi per 1,6 milioni di euro alle vittime dirette di reati intenzionali violenti.

Gli indennizzi per aiutare gli orfani e i coniugi delle vittime di omicidio sono passati da 7.200 a 50mila euro, e per gli orfani di genitore ucciso dal coniuge da 8.200 a 60mila euro. Inoltre, gli indennizzi destinati alle spese mediche sono stati portati a 10mila euro.

Sia chiaro. Nessun indennizzo può nemmeno lontanamente cancellare le conseguenze di una vera e propria tragedia. E’ però un segnale di attenzione dello Stato che, come obiettivo primario, deve continuare la battaglia senza sosta, anche a livello culturale, per proteggere le donne e i loro figli.