Marte e i vaccini

0
65

In questi giorni si è parlato molto di Marte, a causa della discesa di Perseverance sul Pianeta Rosso. È stato un viaggio che si è svolto in tante fasi, e l’arrivo, anzi, l’ammartaggio, ha tenuto con il fiato sospeso i tanti responsabili dell’avventura.
Intanto ricordiamo che il rover è partito nel luglio 2020, in un momento opportuno affinché il percorso sia il più breve possibile: come se noi fossimo su di una corriera in moto e dovessimo lanciare un oggetto verso una persona che corre su una motocicletta a velocità diversa della nostra, dovremmo calcolare il momento opportuno per il lancio e anche la traiettoria adatta, visto che entrambi ci spostiamo. E qui, sulla Terra, abbiamo già idea di come si comportano gli oggetti lanciati, poiché abbiamo già l’imprinting di tutte le forze che sono in gioco. Perseverance invece è partita vincendo la nostra gravità terrestre, ha viaggiato nel vuoto e alla fine su Marte si è trovata una forza di gravità che è circa la nona parte di quella terrestre, cioè minore di quella sulla Luna che conosciamo già, e che è circa la sesta parte di quella terrestre. E poi, tutti gli eventi che si sono succeduti durante le fasi finali, hanno fatto variare di continuo la velocità, la temperatura e la resistenza dell’atmosfera, per esempio quando Perseverance ha abbandonato nello spazio lo scudo che la proteggeva, o quando ha aperto il suo paracadute, quando ha acceso i razzi rallentanti, o quando si è fatto calare da quella specie di gru, che ad un certo punto ha spezzato i cordoni ed è sparita nel buio dello spazio dopo aver lasciato tutto il macchinario al suo lavoro.
Insomma, prima di partire per l’esplorazione di Marte, si dovevano sapere già tanti parametri, in modo da programmare con correttezza tutte le manovre. Eh sì, perché da Terra, dopo il decollo, non si può guidare la navicella come siamo abituati: qui il nostro tempo di reazione è di circa un secondo, ma per intervenire su qualcosa che si trova su Marte, ci vogliono 12 minuti perché ci arrivi il segnale della situazione e altri 12 perché arrivi lì la nostra correzione di rotta.
Abbiamo capito che i tempi di reazione per correggere la rotta sono lunghi, ma anche gli altri tempi sono enormemente dilatati, perché già sono progettate e programmate le prossime due missioni, quella del 2026 e poi quella del 2028, che porterà sulla Terra nel 2031 i campioni di materiale che Perseverance da qualche giorno sta già raccogliendo.
Tempi lunghi, ma in questo periodo abbiamo scoperto che anche per realizzare un vaccino ci vogliono tempi lunghi: dieci anni, durante i quali si attua la decifrazione del genoma del virus, poi ci sono tre fasi di somministrazione del vaccino a dei volontari, e solo alla fine, quando si è sicuri del risultato, si passa alla distribuzione. E, una volta distribuito, non si possono fare correzioni immediate, come non si può correggere immediatamente la rotta di qualcosa che si trova su Marte. Quindi, grande onore a chi lavora nei campi citati, e che deve avere occhio per immaginare in anticipo tutto quello che potrà accadere.

Giorgio Dendi