MAURIZIO CROZZA CANDIDATO ALLA REGIONE…

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Il vario arcipelago degli elettori liguri di centrosinistra (ma anche diversi di quelli di centrodestra ravvedutisi dinanzi allo scempio totiano) seguono con apprensione il dibattito in seno a forze politiche e movimenti ascrivibili al versante riformista sulla prossima candidatura del fronte democratico alla presidenza della regione Liguria.
Si fanno diversi nomi autorevoli e suggestivi (ed anche qualcuno improbabile) ma la scelta non decolla.
Siamo comunque in ritardo, tanto più se dovesse prevalere la decisione di confermare luglio come mese delle elezioni, assecondando le aspirazioni di chi (a sproposito in Liguria ma con qualche ragione altrove) immagina di trarre giovamento dalla propria conduzione della vicenda Covit.
Allora io mi chiedo se non sarebbe utile chiedere un impegno ‘extra ordinem’ al ligure (e genovese, come impone la concentrazione nel capoluogo regionale della metà degli elettori) che certamente avrebbe più chanches di sconfiggere l’uomo Fininvest/Change, ossia a Maurizio Crozza.
Facile immaginare le più immediate obiezioni:
1) È un comico.
È vero, ma la sua comicità è volontaria e intelligente, quella del suo eventuale  rivale uscente è involontaria, oppure della scuola barzellettiera del mentore tradito Berlusconi.
Il presidente dell’Ucraina e quello del Guatemala erano comici e il sindaco di Reykjavik pure;  ‘Fred’ Grandy di Love Boat è stato deputato dello Iowa, Estrada è stato presidente delle Filippine. Per tacere di Donald Reagan e di Arnold Schwarzenegger…
2) Seconda obiezione.Non ha esperienza né competenza.
E perché, Toti, quando è stato eletto, quali esperienze di governo o amministrative aveva?
Da direttore del tg4 (Telearcore) è stato cooptato nel cerchio magico berlusconiano insieme a Francesca Pascale e tre mesi dopo candidato come capolista di Forza Italia, alle Europee del 2014, nella circoscrizione Nord Ovest.
Della sua attività di parlamentare europeo non si rinviene traccia. Del resto, qualche settimana fa, lui stesso ha sostenuto che “per fare il parlamentare dovrebbe essere obbligatorio aver fatto almeno l’amministratore locale…”. E perché, per fare il parlamentare europeo no?
Maurizio Crozza è invece una persona colta ed arguta, di evidenti e sani principi democratici, dotato – come rivelano le sue trasmissioni televisive – di capacità organizzative e di propensione a valorizzare il lavoro di squadra.
Nei suoi programmi di intrattenimento i problemi ambientali,  quelli economici, quelli legati all’efficienza della macchina burocratica pubblica sono trattati in modo così approfondito e pertinente da rivelare istruttorie accurate, puntigliosi riscontri, capacità di cogliere e di interpretare ciò che appartiene al senso comune, senza alcun intreccio con interessi forti o dipendenza da centrali politiche.
Un po’ come Report, ma seguendo il motto di Jean de Santeul: “castigat ridendo mores”.
3) Terza obiezione. Ma Crozza è molto severo (a volte sferzante)  nei giudizi, anche nei confronti dei leaders delle principali forze che dovrebbero sostenerlo (Zingaretti, Di Maio, Renzi, Bersani…).
E allora?
Intanto di costoro irride – da comico – i limiti caratteriali,  i tic,  l’inadeguatezza degli sforzi, a volte le modalità espressive; ma non ha mai fatto confusione con chi sberleffa per denunciarne invece l’illiberalita’, la tracotanza e la palese ‘pericolosità democratica’.
E poi, quale miglior garanzia di indipendenza, di autonomia rispetto ai lacci e lacciuoli della politica politicante (e di conseguente attrattiva per un elettorato che ne è saturo) che essere stato un fustigatore dei limiti e delle contraddizioni anche delle forze del fronte democratico che dovrebbero sostenerlo?
4) Si aggiunga il punto di forza che sarebbe rappresentato dalla naturale attitudine a comunicare con disinvoltura, dinanzi a tanta gente – di persona o attraverso le telecamere – con risultati assai più convincenti del querulo borbottio da scrivania dell’allievo di Emilio Fede…