MAURIZIO LANDINI: UN ALTRO PAESE È POSSIBILE

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Maurizio Landini la chiama “una nuova Italia”. È un altro Paese “che abbia al centro un nuovo Stato sociale, il rispetto dell’ambiente, un uso intelligente delle tecnologie digitali, un rapporto diverso tra imprese e lavoro”. Il segretario generale della Cgil ne discute oggi sulle pagine del quotidiano la Repubblica, “È una situazione pesante, seria, pericolosa. Per questo dobbiamo usare i prossimi mesi per riprogettare il Paese, indicare le priorità, scrivere una nuova prospettiva di sviluppo. (…) Non è sufficiente proteggersi, dobbiamo guardare oltre. E lo dobbiamo fare ora. Perché il Paese pre-Covid non era affatto il mondo dei sogni. Non si tratta di tornare indietro ma di cambiare per andare avanti. Il virus ha fatto emergere tutte le fragilità e le disuguaglianze che si sono accumulate negli anni. L’emergenza sanitaria si è intrecciata con l’emergenza sociale. E poi la rivoluzione digitale che ci ha travolto. È a tutti evidente che la logica neo-liberista che ha governato il mondo negli ultimi decenni, con meno Stato sociale, meno diritti e più mercato, non ha più – se mai ne avesse – risposte da dare. (…) La responsabilità di tutta la classe dirigente italiana è quella di ripensare e riscrivere un nuovo modello sociale e un altro modello di sviluppo. Dobbiamo farlo insieme perché anche le nostre divisioni ci hanno danneggiato. Dobbiamo fare sistema, come gli altri Paesi europei.” Alla domanda da dove ripartire Landini risponde deciso: “Dalla Costituzione, dai principi fondamentali”.