Maurizio Sella

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Cosi ci parla il professore Ghisolfi di Maurizio Sella

Quando a Roma misi piede per la pri­ma volta all’Abi (associazione bancaria italiana) incontrai Maurizio Sella che ne era il Presidente. Salito lo scalone del principesco Palazzo Altieri mi trovai nello splendida sala dove si riunisce il Comitato Esecutivo. Maurizio Sella ha dei modi così raffina­ti che potresti scambiarlo per un princi­pe. Mi presentai pochi minuti prima della riunione ed Egli mi pregò di dargli del Tu essendo questa la consuetudine tra i banchieri che siedono in quell’illustre consesso.

Maurizio Sella, discendente da Quintino Sella e proprietario dell’omonima banca, è uno dei pochi banchieri privati rimasti sulla scena. Un altro piemontese che pos­siede una banca di famiglia è Camillo Ve­nesio, amministratore delegato e diretto­re generale della Banca del Piemonte. In provincia di Cuneo ci sono gli Azzoaglio, una dinastia che mi gratifica di stima ed amicizia.

Alla Signora Gaby, moglie di Francesco Azzoaglio, donna bellissima e di raffinata eleganza, sono particolarmente affezio­nato per la grande simpatia che ci lega. A Marrakech, mentre giravamo nella me­dina, Gaby si accorse di aver dimenticato in albergo il portafoglio ed io intervenni prestandole cinquanta euro per l’acqui­sto di un regalo. La stessa sera riebbi la somma ma mi vantai, raccontando l’epi­sodio a tavola, di aver finanziato nientemeno che i banchieri Azzoaglio.

Con Eri­ca, Selina e Simone siamo amici. Insieme ad uno stile che lo distingue da tutti, Maurizio Sella conosce le normative bancarie alla perfezione ed ha una cultu­ra economica ed umanistica in grado di sostenere qualunque discussione. Molto spesso ho ascoltato banchieri esperti co­me Alessandro Profumo e Corrado Passe­ra esporre le loro tesi con argomentazioni convincenti e originali. Le risposte del Presidente Sella, sempre forbite e a vol­te ironiche, placavano ogni velleità.

Con la calma che deriva dalla profonda cono­scenza della materia Maurizio riusciva ad un tempo a valorizzare la proposta formu­lata ed a illustrarne un’altra più articolata ed efficace. Penso che a presiedere l’Abi si divertis­se non poco con un livello di rappresen­tanza e di competenza che nessuno osava mettere in discussione.

Un giorno lo incontrai all’aeroporto di Roma e passai una piacevole mezz’ora con lui. Prendemmo anche un caffè che, prima che mi avvicinassi alla cassa, aveva già pagato. Lo vidi tempo dopo a Lima in Perù e gli consigliai l’acquisto di alcuni regali per i nipoti. Insomma se do consigli a Sella significa che sono un “banchiere” anch’io.