MEDIA / Fragorosa intervista a Vittorio Feltri su MOW magazine:

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MEDIA / Fragorosa intervista a Vittorio Feltri su MOW magazine: conformismo e cancel culture, ddl zan e omofobia, media e giornalismo in Italia

Vittorio Feltri ha rilasciato una fragorosa intervista a MOW (mowmag.com), innovativo magazine del gruppo AM Network, in cui inquadra i fatti dell’attualità con l’occhio del cronista: dalla cancel culture, al conformismo contemporaneo: «gli scrittori vivono del loro lavoro e se questo non cavalca l’onda corrente non produce quel reddito che si aspettano»; passando per i media e l’omofobia, fino ad arrivare alla Superlega: «il calcio non è un fenomeno elitario, ma popolare»; nonché all’uso di alcuni termini in lingua italiana, citando ad esempio Silvio Berlusconi«di lui si può dire di tutto: che è un delinquente e un mascalzone», ha sottolineato il 77enne giornalista orginario di Bergamo: «mentre a me hanno rotto tantissimo le palle perché ho scritto che nel governo Conte prevalevano i terroni».

Circa l’omofobia e il disegno di legge Zan, Vittorio Feltri, sebbene iscritto all’Arcigay nel 2014, ha ribadito a MOW la propria contrarietà: «Mi sembra inutile. Le aggressioni sono aggressioni e vanno punite, punto a basta. Perché dobbiamo fare leggi speciali? L’aggressione all’omosessuale è più grave di quella a un chierichetto? È un discorso giuridico più che ideologico», concetto che ha rimarcato durante la conversazione: «sono contrario che si facciano aggressioni a chiunque, non solo agli omosessuali.»

Nell’intervista il fondatore di Libero affronta anche l’attuale crisi dell’informazione e del mestiere di giornalista in Italia: «Non si va più sul posto. Non si indaga. Non ci si incuriosisce. Si riportano i fatti con un linguaggio burocratico, punto e basta. Cosicché il racconto di quello che avviene nella società lo perdiamo. Lo trovo sbagliato», riferendo a mowmag.com anche le colpe della categoria professionale: «oggi stanno davanti al computer e se una cosa non è su internet non è successa. Poi si copiano a vicenda e ci si lamenta perché la gente non compra il giornale. Certo: è già su internet», nonché sul ruolo dell’Ordine dei giornalisti in Italia: «Non è un ente inutile, ma un ente dannoso», specifica nel dettaglio Vittorio Feltri: «invece di proteggere e guidare i giornalisti, l’Ordine li maltratta e li punisce. Ormai si è piegato politicamente al conformismo dilagante.

Fa persino la lotta al dizionario, se usi determinati termini ti persegue perché quella parola non puoi usarla.» Nel dialogo col magazine, il direttore già alla guida di diversi quotidiani nazionali, risponde anche in merito al proprio rapporto con la tecnologia e il futuro digitale dell’informazione: «purtroppo sono tecnologicamente analfabeta. Faccio fatica a usare anche il telefonino. Mi piacerebbe fare un sito tutto mio, ma non sono in grado di metterlo in piedi per incapacità.»

https://mowmag.com/culture/vittorio-feltri-perche-si-puo-definire-berlusconi-delinquente-e-io-non-posso-dire-frocio