Meloni: “Documento del premier è vaghissimo”

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Il documento del premier Conte sugli Stati generali è “vaghissimo”. Lo afferma la leader di Fdi Giorgia Meloni in una intervista al Corsera. “Non è un documento”, sottolinea. “Lo chiamerei piuttosto una tavola sinottica, una roba dove ci sono i titoli delle cose da fare. Punto”. Insomma “una roba vaghissima. Per esempio: c’è il titolo ‘Futuro delle imprese’. Ma, sotto, lo svolgimento si riduce a una parola sola: ‘Aggregazioni’. Boh, che vorrà dire?”.

Nemmeno la data dell’incontro a Palazzo Chigi è stata fissata. “”Forse – spiega Meloni – perché il premier ci avrebbe voluto incontrare separatamente, noi, la Lega, Forza Italia, magari con l’idea di spaccare il centrodestra, ma subito gli abbiamo detto che noi all’incontro andremo compatti e tutti insieme. Così, stiamo ancora aspettando”.

Meloni si dice poi convinta di non temere l’ipotesi di un accordo tra Silvio Berlusconi e il premier. “Conte può strizzare tutti gli occhi che vuole, ma noi del centrodestra non ci caschiamo, la piazza unita di oggi ne è la dimostrazione”. “Un governo giallo, rosso e blu? E perché mai? Io mi fido del presidente della Repubblica, che ha sempre detto che l’unica alternativa a questo governo è il voto. Un governo di irresponsabili, vogliamo dirlo? Con l’Italia che rischia un’ecatombe occupazionale mentre loro sfornano un decreto dopo l’altro. Decreto Dignità, Rilancio, Semplificazioni, Cura Italia: tanti nomi diversi come i sette nani. Parole, propaganda e però niente fatti. Intanto, c’è gente che da marzo ancora non ha preso i soldi della cassa integrazione. Altro che storie, la verità è che hanno provato a comprarci”.

“Avrebbero voluto – sottolinea Meloni – che ci sedessimo anche noi intorno alla mangiatoia del decreto rilancio: 11 milioni di euro per l’Expo di Dubai, 10 milioni alla Motorizzazione civile, 120 per il bonus monopattino e un finanziamento pure per la fondazione di Franceschini… Ma noi non siamo in vendita”.

Quanto alla manifestazione del centrodestra unito Meloni sottolinea: “È stata una manifestazione responsabile: gente seduta, distanziata, con le mascherine. Una piazza a numero chiuso, con gli inviti contingentati per il rischio contagio. Ma il rischio contagio evidentemente c’è solo quando si fa una manifestazione contro il governo, non quando vanno in piazza i centri sociali, le sardine…”.

“Ma avete sentito cosa gridava la piazza? Gridava E-le-zio-ni. Perché noi vogliamo votare anche per le elezioni politiche, non solo per le Regioni e il referendum. Vogliamo l’election day! Noi a settembre vinceremo le regionali, ma se questi signori resteranno ancora incollati alle poltrone, allora sì che a ottobre torneremo in piazza. Ma non sarà più una piazza contingentata. Quel giorno saremo 2 milioni”.