Meloni: “No a riaperture per settore”

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“Non ha senso riaprire in base ai settori e ai codici Ateco”. A dirlo nel corso di una diretta Facebook, nella giornata del primo maggio, è la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Partendo dalla premessa che si rischia “una sostanziale desertificazione del sistema produttivo nazionale” e “un’ecatombe occupazionale senza precedenti”, Meloni spiega: “Non c’è festa se non c’è lavoro, e l’unico modo serio per affrontare questa ricorrenza, diversa da quelle precedenti, sia chiedersi che cosa si possa fare per il lavoro italiano, per quelle migliaia e migliaia di persone che non stanno dormendo la notte perché non sanno più cosa sarà del loro futuro, per quelle milioni di persone che non hanno più certezza, per quelle centinaia di imprese che aspettano di poter riaprire e chiedono regole per poter riaprire e per coloro che ancora stanno aspettando i soldi della cassa integrazione”.

Abbiamo “chiesto che la fase 2 si discuta e si voti in parlamento”, aggiunge Meloni, per poi spiegare che FdI non chiede di riaprire tutto, “non siamo degli irresponsabili, perché non possiamo permetterci di vanificare gli sforzi fatti fin qui, ma oggi abbiamo dei dati sul coronavirus che ci dicono come dobbiamo e possiamo muoverci”, dati che “ci dicono che non tutti i territori devono essere trattati alla stessa maniera”, perché in alcuni “il virus non è diffuso in maniera significativa”, e “ci dicono che non ha molto senso oggi pensare di organizzare le riaperture in base ai settori, non ha alcun senso riaprire in base ai settori, riaprire in base ai codici Ateco è semplicemente la cosa più facile da fare per il governo, ma il governo non può stabilire che ci sono intere filiere che devono morire per decreto, sei parrucchiere, devi morire, sei ristoratore, devi morire, non si può fare, è troppo facile”.

Il “governo sa benissimo che ogni realtà è una storia a sé – spiega Meloni -, deve dire quali sono le prescrizioni di sicurezza che vanno garantite e poi deve dire che chi è in grado di garantire il rispetto di queste norme, riapre, e non tu sì e tu no in base al codice Ateco, i lavoratori non sono un codice e non può essere trattato come un codice”.