“MENNEA? IL PIU’ GRANDE”, PAROLA DI MANUELA LEVORATO

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L’ex velocista azzurra è stata ospite delle gare che anche a Cassola, nel Vicentino, hanno celebrato i quarant’anni del fantastico 19”72 di Città del Messico. Oltre duecento atleti in pista a Rovigo, dove le gare assolute hanno incoronato l’allieva Elisa Visentin (25”03) e lo junior Ling Wei Lei (22”27)

Padova – Il 12 settembre del 1979, quando Pietro Mennea entrò nella storia dello sport, correndo i 200 in 19”72 a Città del Messico, Manuela Levorato aveva poco più di due anni. Troppo pochi per avere ricordi diretti di quella fantastica volata sull’anello dello stadio Azteca. Durante la sua carriera, però, la velocista veneziana – primatista italiana dei 100 e, per 17 anni, dei 200 – ha avuto modo di incrociare più volte il grande Pietro.

E’ anche per questo che l’invito per il Mennea Day di Cassola (Vicenza) è stato particolarmente apprezzato dalla Levorato. “Ricordo un 100 al meeting di Barletta – racconta Manuela -. Corsi in 11”21, c’era tantissima gente e lui era a bordo pista. Anche se i tempi erano diversi, la sua carriera è stata d’ispirazione per me e tanti altri atleti. Ma non è solo questo. Non vorrei mancare di rispetto a nessuno, ma sentivo Pietro quasi come una persona di famiglia. Avevamo molte cose in comune: il piacere dell’allenamento tirato allo spasimo, un’abitudine che magari mi è costata anche qualche infortunio di troppo; una certa timidezza di fondo, che qualcuno interpretava in maniera negativa. Lo sentivo molto vicino a me, e in lui un po’ mi riconoscevo”.

Questo pomeriggio Manuela Levorato ha portato in pista a Cassola anche i tre figli: Giulia, di 11 anni, e i gemelli Gabriele e Ginevra, di 4. “La grande lezione di Mennea è stata quella di saper parlare ai giovani. I suoi pensieri, la sua etica del sacrificio, possono essere ancora fonte d’ispirazione per le nuove leve. Io non ho dubbi: per il suo modo di essere, oltre che per gli immensi risultati, Mennea è stato il più grande atleta italiano di ogni tempo e di ogni sport”.

A Cassola, dove le gare del Mennea Day, organizzate dal Gs Marconi, sono iniziate attorno alle 19, applausi anche per l’ex quattrocentista Cosetta Campana, compagna di Nazionale del velocista barlettano, e per Sammy Basso, il simbolo italiano della progeria, la sindrome da invecchiamento precoce, che ha corso sulla joelette, una speciale carrozzina spinta dagli amici del gruppo “Sammy Runs Brenta” che il prossimo 29 settembre correranno con lui la Mezza maratona del Brenta.

Oltre duecento atleti, invece, sono scesi in pista al campo Tullio Biscuola di Rovigo, città in cui il Mennea Day ha fatto tappa per il secondo anno consecutivo. La manifestazione, organizzata dall’Atletica Confindustria Rovigo, si è aperta alle 17 con le volate degli esordienti. Poi si sono susseguite in pista le varie categorie, sino ad arrivare alle batterie dedicate al settore assoluto. I più veloci in assoluto della giornata? Lo junior d’origine cinese Ling Wei Lei (Assindustria Sport Padova), autore di un bel 22”27 (0.0), e l’allieva veneziana Elisa Visentin (Atl. Biotekna Marcon), che ha fermato il cronometro a 25”03 (-0.6), precedendo la lunghista Carol Zangobbo (Assindustria Sport Padova), argento con 25”57. Ma ieri, a Rovigo così come a Cassola, hanno vinto davvero tutti. Nel segno del grande Pietro e di un record che, quarant’anni dopo, continua ad emozionare.