Meno rifiuti elettronici e più vantaggi per i consumatori: la Commissione propone il caricabatteria universale

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La spesa media annua per caricabatteria non compresi nell’acquisto di dispositivi elettronici ammonta a circa 2,4 miliardi di euro; nonostante sia stimato che ogni consumatore possieda tre caricabatteria per telefoni cellulari (di cui due utilizzati regolarmente), il 38% dichiara di aver incontrato delle difficoltà nella ricarica del proprio dispositivo per ragioni di incompatibilità.

Sulla scorta di questi dati la Commissione europea ha  recentemente formulato la proposta di introdurre un caricabatteria standardizzato attraverso la revisione della Direttiva sulle apparecchiature radio, al fine di ridurre sensibilmente i disagi causati dalla difformità dei dispositivi di ricarica e, soprattutto, di moderare significativamente la quantità di rifiuti elettronici, considerato che solo i caricabatteria smaltiti e non utilizzati ammontano annualmente a circa 11 000 tonnellate.

 “I consumatori europei hanno subito troppo a lungo il disagio di dover accumulare diversi caricabatteria incompatibili. Abbiamo lasciato all’industria molto tempo per trovare una soluzione, ma ora è giunto il momento di agire a livello legislativo per promuovere caricabatteria standardizzati”; con queste parole Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale ha introdotto la proposta formale. Nonostante la collaborazione tra istituzioni e operatori del settore abbia già consentito negli ultimi dieci anni una riduzione dei modelli di dispositivi di carica da 30 a 3, la situazione attuale risulta non ancora accettabile.

La proposta della Commissione individua nel modello USB-C lo standard che potrà essere impiegato per caricare, universalmente e con la medesima velocità, smartphone, tablet, videocamere, cuffie, videogiochi, console e altoparlanti portatili, riducendo ampiamente l’impronta ambientale della produzione e dello smaltimento dei rifiuti elettronici conformemente agli obiettivi della transizione verde e digitale, punto chiave della Nuova Agenda dei consumatori adottata lo scorso novembre.

Nello specifico, la Commissione intende:

– armonizzare le porte di ricarica attraverso l’USB- C, che potrà essere utilizzato a prescindere dal marchio del dispositivo;

– armonizzare la tecnologia di ricarica rapida, affinché la velocità di carica sia la medesima a prescindere dal caricatore utilizzato;

– vendere caricabatteria e dispositivo separatamente, per diminuire la produzione (e il conseguente smaltimento) di rifiuti elettronici (riduzione stimata di circa 1000 tonnellate l’anno);

– informare meglio i consumatori, affinché siano consapevoli delle prestazioni di ricarica e possano verificare con semplicità se i caricabatteria il loro possesso soddisfino già i requisiti dei nuovi dispositivi acquistati, evitando così acquisti superflui per un risparmio totale di circa 250 milioni di euro l’anno.

Tale proposta dovrà successivamente essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio; dopo l’adozione ufficiale, seguirà un periodo transitorio di 24 mesi (necessari al recepimento della Direttiva), che consentirà agli operatori del settore di adeguare le proprie produzioni.