Mense e ristorazione scolastica, approda al Ministero del Lavoro la vertenza dei 40mila addetti dei servizi in appalto

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Cisl e Fisascat: «Si estendano le previsioni del DL Rilancio a lavoratrici e lavoratori già penalizzati dalla sospensione ciclica della prestazione part-time e senza reddito da tre mesi»

Roma  – Approda al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali la vertenza dei circa 40mila addetti ai servizi mensa e ristorazione scolastica in appalto. Al tavolo, convocato in modalità videoconferenza, hanno preso parte i sottosegretari Francesca Puglisi e Stanislao Di Piazza insieme ai sindacati confederali Cgil Cisl Uil con le rispettive federazioni di categoria.

Per la Cisl e la Fisascat hanno preso parte i funzionari nazionali Daniele Meniconi e Marco Demurtas. I sindacati hanno sostanzialmente sottolineato l’angosciosa situazione dei lavoratori, prevalentemente donne di famiglie monoreddito con contratti di lavoro sotto le 15 ore settimanali e sotto i massimali Inps, sospesi dal mese di febbraio con la chiusura delle attività scolastiche, molti dei quali senza reddito da quasi tre mesi a causa della indisponibilità di numerose imprese a riconoscere l’anticipo dell’Assegno Ordinario come anche del grave ritardo nella liquidità dell’indennità da parte dell’Inps.

Si tratta di lavoratori peraltro già penalizzati dalla strutturale sospensione ciclica della prestazione lavorativa part-time – che segue il calendario di apertura e chiusura delle scuole con la sospensione dei contratti di lavoro nel mese di giugno e la ripresa nel mese di settembre – anche rispetto il mancato riconoscimento dell’anzianità contributiva per tutte le 52 settimane dell’anno con l’evidente discriminazione previdenziale, battaglia, quest’ultima, fortemente sostenuta negli ultimi anni dalla Fisascat Cisl con una petizione pubblicata nel 2019 dal Parlamento Europeo https://www.fisascat.it/site/news/petizione-fisascat-eu.

I sindacati hanno sollecitato una revisione normativa in sede di conversione in Legge del Decreto Rilancio con particolare riferimento alla necessità di ricondurre l’inquadramento del comparto mense e ristorazione collettiva e commerciale nella filiera del turismo – così come definito nella contrattazione nazionale di settore siglata dalle associazioni comparativamente maggiormente rappresentative – in modo tale da estendere i benefici previsti dal provvedimento in termini di utilizzo degli ammortizzatori sociali in deroga con le ulteriori 9 settimane previste in aggiunta alle 9 settimane contemplate dal Decreto Cura Italia.

Tra le richieste di parte sindacale la previsione di una Naspi straordinaria a copertura dei mesi estivi in attesa della ripresa delle attività didattiche nonchè la proroga del divieto dei licenziamenti allo stato prevista fino al mese di agosto.

I Sottosegretari del ministero delle Politiche Sociali Puglisi e Di Piazza hanno dichiarato la disponibilità a definire un nuovo inquadramento del settore mense e ristorazione per far rientrare i lavoratori nel conteggio delle 9 settimane di ammortizzatore sociale previste dal Decreto Rilancio; hanno inoltre annunciato che in Parlamento, nella giornata di domani 4 giugno, verranno presentate diverse proposte di emendamento al Decreto in corso di conversione, fermo restando tuttavia, hanno sottolineato, la necessità di ricondurre la discussione ad una riforma complessiva e strutturale da individuare nell’ambito della Legge di Bilancio dove orientare capitoli e risorse ad hoc a sostegno del comparto.