Mentre il mondo riorganizza i propri equilibri in base al virus, in Libia la situazione già tesa non fa che peggiorare

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Dopo i numerosi sforzi della comunità internazionale con il Processo di Berlino di inizio anno, e la grande organizzazione dell’Europa tutta nella iniziativa di pattugliamento del mare IRINI, in questi giorni Kalifa Haftar si autoproclama leader della Libia, dichiarando di aver ricevuto “mandato popolare”, e quindi dichiarando di fatto annullato il trattato di Skhirat del 2015, che fece nascere il governo di accordo nazionale.

Unanime il sostegno alle Istituzioni libiche legittime, da parte dell’Italia che chiede una tregua durante il mese del Ramadan per costruire fattivamente un cessate-il-fuoco duraturo. Il Ministro Luigi Di Maio ha espresso la sua preoccupazione ricordando che al primo posto c’è il controllo dell’ingresso illecito di armi nel Paese, e il sostegno al processo politico per una Libia unita, con il sostegno al governo riconosciuto di Serraj. Haftar ha bloccato da gennaio i pozzi petroliferi sotto il suo controllo, causando di fatto una perdita economica per la popolazione e per le nazioni che lì si approvvigionano, tra cui l’Italia.

Allo stesso modo l’Unione Europea si esprime preoccupata attraverso l’Alto rappresentante Josep Borrell, che chiede la fine dei combattimenti e l’avvio di un processo politico sulla scia di quello che era stato posto come base proprio a Berlino. Sarà probabilmente l’ora di individuare un rappresentante speciale europeo per la Libia, al più presto.

La stessa Russia, che è accusata di sostenere, con armi e combattenti il Generale, si schiera contro le sue dichiarazioni: Lavrov, ministro degli esteri, ha indicato come unica percorribile la strada diplomatica.

Inutile ricordare che l’unica via possibile è il processo politico coordinato tra le parti.
Di fronte a questo scenario, viene da domandarsi se qualcuno degli interlocutori, abbia davvero a cuore il futuro del popolo libico, che ormai da quasi dieci anni vive in balia dell’insicurezza e della guerra civile.

A breve presenterò un’interrogazione al Ministro degli Esteri proprio sul tema Libia, vi terrò informati.

Yana Ehm